Il deficit della bilancia cerealicola è peggiorato, passando da -1.591,5 milioni di euro dell'ottobre 2017 rispetto ai -1.768,9 milioni di euro del 2018.
Focalizzando l'attenzione sulla crescita delle importazioni, nei primi dieci mesi l'aumento delle quantità arrivate si è attestato sulle 286mila tonnellate (+1,7%), con una crescita del valore dell'import di 125,2 milioni di euro (+2,8%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Sul fronte del comparto dei cereali in granella, che rappresenta circa il 66% del settore, si registra la riduzione dell'import di grano duro (-392mila tonnellate), orzo (-146mila tonnellate) e altri cereali minori (-21.700 tonnellate), mentre crescono gli arrivi di grano tenero (+377mila tonnellate), mais (+182mila tonnellate) e avena (+9.200 tonnellate).
Nel settore dei semi e farine risultano in calo le importazioni di farine proteiche vegetali (-17.800 tonnellate, pari a -0,7%), mentre è in crescita l'arrivo di semi oleosi (+173mila tonnellate).
Forte diminuzione dell'export in quantità, con un netto -11,2%, pari a 458mila tonnellate in meno, e in valore di 52,2 milioni di euro (-1,8%) rispetto allo stesso periodo del 2017.
La forte attenuazione delle vendite estere deriva dal crollo dell'export di grano duro (-333mila tonnellate, in un più complesso -458mila tonnellate per i cereali in granella), e del riso (-24mila tonnellate).
In aumento le vendite all'estero di farina di grano tenero (+12,2%), semola di grano duro (+13,9%) e mangimi a base di cereali (+15,3%). Lieve aumento per l'export di pasta (+0,4%).
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Fonte: Anacer - Associazione nazionale cerealisti
Autore: Lorenzo Pelliconi