Chi è la tanto attesa vespa samurai e come si comporta? Per scoprirlo, noi di AgroNotizie, abbiamo incontrato un ricercatore svizzero, Tim Haye, fra i massimi esperti europei di H. halys e grande conoscitore anche dei suoi agenti biologici di controllo, in particolare proprio di T. japonicus che ha studiato in Cina fra il 2012 e il 2016. Abbiamo incontrato Haye, che lavora al Cabi, in occasione di un affollatissimo convegno dal titolo: 'Cimice asiatica: c'è una soluzione?', organizzato dal Ciimla a Modena.
La vespa samurai, imenottero esotico dalle minuscole dimensioni (fra 1 mm e 2 mm), parassitizza le uova della cimice asiatica. "Uno dei problemi che caratterizzano la cimice asiatica è che, per controllarla, gli insetticidi non bastano. Hanno infatti un effetto limitato: H. halys è presente anche nella vegetazione spontanea circostante, quindi trattare il frutteto non impedisce alle cimici attorno di invaderlo nuovamente. H. halys richiede un approccio integrato che coinvolga più strategie, la lotta biologica è una di queste".
T. japonicus è il principale mezzo di controllo della cimice in Cina, si è evoluta infatti a stretto contatto con lei e questo è uno dei fattori che contribuiscono alla sua efficacia: "In Cina i livelli di parassitizzazione possono arrivare anche al 90%", ha detto il ricercatore. Indipendentemente dal responso in arrivo dal ministero dell'Ambiente comunque, la vespa samurai e Trissolcus mitsukurii (altro parassitoide delle uova, parente stretto della vespa samurai ma diffuso soprattutto in Giappone) sono già arrivati in Italia (probabilmente nella stessa maniera in cui è arrivata la cimice, con un viaggio in valigia o dentro qualche scatolone) e si stanno diffondendo abbastanza velocemente nel nostro paese.
La vespa samurai è più presente a Ovest, T. mitsukurii lo è più ad Est. Il punto è che per riuscire a riportare in equilibrio il sistema, senza lanci organizzati, i due antagonisti naturali della cimice impiegherebbero troppo tempo a fare il loro mestiere. Esistono poi sul territorio italiano alcuni antagonisti naturali nostrani, ma sono meno efficaci rispetto a T. japonicus. Il più conosciuto, perché più operativo, è Anastatus bifasciatus.
Concentrandosi su T. japonicus (vespa samurai), candidata al lancio, ha diversi vantaggi rispetto ad Anastatus, in particolare parassitizza il 100% delle uova, si sviluppa velocemente (quattordici giorni) e compie quindi diverse generazioni l'anno, attacca esclusivamente uova di cimici mentre Anastatus attacca anche uova di lepidotteri e solitamente non il 100% delle uova, l'85% dei nuovi nati di vespa samurai poi è femmina, pronta quindi a riprodursi. Ciò che le autorità stanno soppesando è l'impatto che il lancio della vespa samurai avrà rispetto agli altri insetti.
Tim Haye ha voluto chiarire alcuni punti, rispetto soprattutto all'interazione con il nostrano Anastatus bifasciatus e con altre cimici che sono originarie dei nostri ambienti. "Anastatus e vespa samurai possono convivere, pur entrando in competizione per le uova. La vespa samurai difende le uova che ha parassitizzato e vince, ma se i due insetti parassitizzano in momenti successivi le uova di cimice asiatica nasce una buona percentuale di Anastatus". Studi sono stati condotti anche per quanto riguarda la parassitizzazione di uova di altre cimici, che non siano la asiatica, da parte di T. japonicus. Ciò che si è scoperto è che, avendo scelta, T. japonicus tende sempre a preferire le uova di cimice asiatica.
Quanto tempo servirà prima di avere un buon numero di vespe samurai in campagna e quanto tempo impiegherà la vespa (ammesso che arrivi l'ok dal ministero dell'Ambiente) a riportare sotto controllo l'invasione di cimici asiatiche? Sul secondo punto è molto difficile dare una risposta, i fattori che concorrono al successo dell'operazione sono diversi, ciò che è certo è che, ha detto Tim Haye, "non esiste per H. halys il proiettile d'argento", come per i vampiri. Sul primo punto invece la risposta è stata rincuorante, anche se il sì dal ministero dovesse arrivare molto tardi, comunque si dovrebbe essere in grado di fare i primi lanci nel 2020: "Tutto dipende dal numero di uova di cimice di cui si dispone - ci ha detto Tim Haye - ma diciamo che con cento vespe per iniziare e cinquecento/seicento ovature di cimice, in un mese ottieni 10mila vespe".