Un tempo comparto di riferimento dei sistemi olivicoli mondiali, anche il vivaismo nazionale risente del forte ridimensionamento dell'olivicoltura italiana negli ultimi anni. Una lunga storia millenaria, che vede il nostro paese al centro di una delle aree di coltivazione dell'olivo più vocate, non sembra più bastare per far fronte alle problematiche sanitarie (l'epidemia di Xylella fastidiosa su tutte) che stanno seriamente fiaccando agricoltori e vivaisti.
Eppure nel nostro paese sono state introdotte e sviluppate, per la prima volta nella moltiplicazione massale, tecniche innovative come la propagazione in vitro o il taleaggio di talee mononodali.
Anche per il vivaismo olivicolo è necessario, quindi, un coraggioso scatto in avanti nell'investire nella ricerca e nella sperimentazione per individuare nuove tecniche di propagazione e di coltivazione, allo scopo di fornire le garanzie di qualità e sicurezza fitosanitaria, che permettano di riaprire gli orizzonti commerciali e riaffermare nel mondo la qualità dei suoi prodotti per la costituzione di nuovi impianti.
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