Ancora sostenibilità al centro del dibattito “Mela consapevole: spunti per la frutticoltura di domani”, tenutosi sabato 5 marzo 2016 a Trento, in occasione della quinta edizione della “Green week”.

Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot e di Assomela, è intervenuto all’incontro presentando l’impegno attuale e futuro dei produttori italiani di mele, nell’organizzare ed individuare processi di coltivazione sempre più sostenibili.

Una sfida stagione dopo stagione, per comprendere con la massima accuratezza possibile, il livello di impatto in termini di consumo energetico; impatto che ha a che fare certamente con la coltivazione, ma altresì con la produzione, la conservazione, fino alla commercializzazione della mela.

Obiettivo? Creare una mela che non sia solo sana, bella e buona, ma che sia, per dirla in termini metaforici, consapevole, cioè coerente con l’ambiente naturale, ove l’intervento umano sia il più sostenibile possibile.

“Per il mondo produttivo l’elemento discriminante oggi, non è il processo, ma il prodotto finale, che sia compatibile con le regole della natura” ha dichiarato Dalpiaz. “E’ da anni che avviciniamo il tema della sostenibilità; Assomela ha ottenuto la prima “Dichiarazione ambientale di prodotto” già nel 2012, grazie alla piena condivisione ed organica collaborazione tra i Consorzi, portando ad un significativo risultato per l’intero settore produttivo melicolo italiano.
Per giungere alla certificazione abbiamo analizzato diverse macrovariabili nella filiera campo-commercializzazione, con la quantificazione dei parametri “carbon footprint”, “blue water footprint” ed “ecological footprint”. Un’analisi scientifica più approfondita è stata parallelamente affidata alla libera Università di Bolzano, che con le proprie competenze scientifiche ha analizzato il ruolo di diversi altri fattori che incidono sull’impronta carbonica del processo produttivo del settore della mela”
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“Significativo il fatto che in Trentino Alto Adige, dove si produce il 75% di mele italiane, quasi tutta l’energia usata per la frigoconservazione delle mele, deriva da fonti rinnovabili” ha continuato il direttore. “In ogni caso questo processo avvicina sempre più l’obiettivo di una frutticoltura sostenibile e pulita, con al centro la salute del sistema, che comprende le risorse naturali, il territorio, i produttori e la collettività nel suo insieme”.

“I lavori di monitoraggio e di analisi svolti dai produttori, testimoniano un’ottima collocazione del settore melicolo nella piramide di impatto in termini energetici” - ha concluso Dalpiaz. “L’importanza del risultato ha portato Assomela ed i più importanti Consorzi associati, a chiedere ed ottenere la conferma della certificazione ambientale di prodotto per il periodo 2016-2018.