Per tre giorni, da mercoledì 22 gennaio a venerdì 24 gennaio prossimi a Guidizzolo (Mantova), una delle capitali italiane delle orticole con una spiccata vocazione alla produzione di insalata, va in scena la XVII edizione di Orticoltura tecnica in campo.
Parteciperanno oltre cinquanta aziende italiane leader nel settore di meccanizzazione dell'orticoltura, trentacinque prove dinamiche (al mattino), seminari (nel pomeriggio) con docenti universitari, tecnici, imprese. Il tutto a vantaggio di un pubblico altamente specializzato, proveniente da quaranta paesi del mondo.
Anime dell'evento due aziende del territorio specializzate rispettivamente in meccanizzazione specializzata per le orticole e serre: Ferrari costruzioni meccaniche e Idromeccanica Lucchini, entrambe con sede a Guidizzolo, ma strutturate da tempo per il business internazionale.
Più precisamente, Ferrari costruzioni meccaniche ricava dall'export in 65 paesi del mondo il 77% del proprio fatturato (15 milioni di euro), Idromeccanica Lucchini fattura complessivamente 20 milioni di euro, con una quota di export che incide fra il 30% e il 40% del venduto.
Ad ispirare la manifestazione sono gli stessi principi che hanno contribuito alla sua nascita: educare i coltivatori attraverso soluzioni efficaci ed innovative, esportare qualità, tecnologia e competenza italiana in tutto il mondo orticolo. "Mostrare le macchine all'opera e aggregare la filiera è fondamentale per vincere lo scetticismo e spingere verso l'innovazione, facendo leva su momenti formativi altamente qualificati", afferma Francesco Ferrari, general manager e principale azionista dell'azienda fondata dal padre Luigi.
Parola chiave del futuro per il settore sarà la sostenibilità, obiettivo raggiungibile grazie anche al ricorso all'agricoltura di precisione. Lo spiega chiaramente Emanuele Lucchini, amministratore delegato insieme al fratello Massimo. "Il precision farming si sta diffondendo velocemente - dichiara - che significa nelle macchine per l'orticoltura il ricorso a fotocellule, motori elettrici per emissioni zero, mentre per le serre si traduce nella richiesta di pannelli fotovoltaici ed elementi per il recupero dell'energia. Anche sul versante dell'irrigazione si lavora ormai esclusivamente con micro-irrigazione e strumenti per il goccia a goccia. Nelle fasi di confezionamento, invece, gli orticoltori stanno sempre più ricercando produzioni e packaging biologico".
Gli fa eco Francesco Ferrari, confermando la forte attenzione per la sostenibilità ambientale, purché accompagnata da una sostenibilità economica. Le due cose sono, di fatto, inscindibili. "La richiesta è di macchine per la pacciamatura che utilizzano film biodegradabili agli amidi di mais, mentre il ricorso alla meccanica di precisione per il contrasto alle infestanti è la risposta green agli erbicidi, sempre meno utilizzati" puntualizza Ferrari. "C'è forte interesse anche verso la sarchiatura meccanica intelligente, che permette di rimuovere la parte superficiale dei terreni intorno alla pianta".
L'attenzione agli aspetti sostenibili della produzione varia, comunque, da paese a paese. "In Italia, Francia, Germania, Olanda e Belgio l'interesse è particolarmente alto" dice. "Addirittura in Russia c'è una sensibilità tale sulla limitazione all'uso degli erbicidi che si muovono come se fossero in regime di biologico o quasi. Altrove c'è minore attenzione. In Spagna si pongono meno problemi e fanno ricorso a principi chimici che noi non utilizziamo più da anni. Questo spiega perché in alcuni frangenti gli spagnoli hanno minori costi di produzione e riescono ad essere competitivi di fronte alle richieste della grande distribuzione italiana".
Conto alla rovescia per Orticoltura tecnica in campo, "dove le idee diventano progetti".