Prevedere gli andamenti del mercato, prepararsi e minimizzare il rischio prezzi grazie a dati e modellistica: ecco uno dei risultati del progetto testato da Italia Zuccheri-Coprob per la prima volta nel 2016 e oggi entrato a pieno regime, uno strumento prezioso per l'attività quotidiana dell'azienda. Al lavoro sui modelli e gli strumenti previsionali c'è Areté - The Agrifood Intelligence Company, attiva in Italia nel monitoraggio e nelle previsioni sui mercati dell'agroalimentare.

 

"Il progetto - spiega Alessandro Benincà, Managing director di Italia Zuccheri Commerciale - ci ha consentito di strutturare un'analisi di prospettiva sull'evoluzione del mercato zucchero con confronti talvolta anche dialettici con il team di Areté che ci hanno consentito di operare sul mercato in maniera professionale e non autoreferenziale a beneficio dei nostri clienti".

 

"I modelli consentono di avere visibilità sugli andamenti dei prezzi delle commodity fino a 18 mesi in avanti - spiega Enrica Gentile, ad di Areté -. Lo zucchero è una delle prime commodity su cui abbiamo cominciato a testare gli strumenti previsionali, con risultati estremamente interessanti che adesso abbiamo portato su quasi quaranta prodotti agricoli ed agroindustriali".

 

I mercati

A livello mondiale tra il 2019 e il 2023 lo zucchero è stata una delle commodity agricole soggetta ai più elevati sbalzi di prezzo, passando nell'arco di pochi mesi da minimi di circa 9c$/lb all'attuale picco di 22c$/lb per il grezzo e muovendosi tra i 290$/tonnellata fino agli oltre 620 $/tonnellata per lo zucchero bianco. Tra la fine del 2018 e l'inizio del 2023, il prezzo spot dello zucchero bianco in Europa è passato dai 310 euro/tonnellata agli attuali 1.100 euro/tonnellata, con punte di prezzo sul mercato italiano a 1.200 euro/tonnellata. Questi rialzi per il mercato europeo e per quello nazionale sono stati supportati anche da un aumento del premio che il mercato comunitario ha pagato rispetto ai mercati mondiali, passato dai minimi di circa 20 euro/tonnellata di ottobre 2018 ai 590 euro/tonnellata di gennaio 2023.


In un contesto di così estrema volatilità, la capacità di anticipare il mercato ha consentito di mettersi al riparo da queste oscillazioni, in alcuni casi coinvolgendo in maniera virtuosa anche altri interlocutori della filiera.

 

Non sono stati rari i casi in cui, proprio in relazione a questa capacità di lettura, sono stati sottoscritti contratti pluriennali che, negli anni di mercato a prezzi minimi, hanno dato supporto alla produzione nazionale riconoscendo un prezzo più alto del mercato. Mentre, negli anni di mercato a prezzi record, hanno consentito di contenere gli aumenti a beneficio del resto della filiera.