Grandi come intere province e con una capitalizzazione che supera il Pil di piccole nazioni. Sono le dieci aziende definite "agricole" più ricche del mondo e mostrano cifre da capogiro. Ciò stando a un articolo pubblicato da Agronomag in cui sono stati elencati i primi dieci "Paperoni" agricoli del Globo. Di questi, la metà sono cinesi, per un totale di 16 miliardi di dollari di patrimonio netto su 33 complessivi della top ten. In pratica, le cinque aziende cinesi contano su una capitalizzazione che equivale a oltre un anno di Pil delle Bahamas.
In decima posizione, aprendo la classifica dal basso, si trova Bao Hongxing, agricoltore cinese, sempre che solo come agricoltore possa definirsi. Forbes lo presenta a capo di una delle più grandi aziende agricole private, sita nella provincia di Jianxi, nella cui università si è laureato. Il suo patrimonio netto sarebbe di 1,3 miliardi di dollari, realizzati tramite la produzione di mangimi per suini, nonché dal loro stesso allevamento. A tali attività si aggiungono lo stoccaggio e il commercio di mangimi e cereali.
Una piazza più su e di trova un altro Cinese, ovvero Fu Guangming, presidente di Fujian Sunner Development che insieme alla figlia, Fu Fenfang, poggia su un patrimonio netto di 1,5 miliardi di dollari, nati questi nel settore del pollame, allevato, macellato e venduto all'ingrosso (anche congelato) in tutta la Cina.
Alla cifra di cui sopra bisogna aggiungere un altro mezzo miliardo di dollari per arrivare alla capitalizzazione di Qin Yinglin, anch'egli cinese e a capo di un'azienda a "conduzione familiare", ovvero la Muyuan Foodstuff, il più grande produttore cinese di maiali, venduti esclusivamente entro i confini nazionali. Grazie a tale business Qin Yinglin conta oggi su un patrimonio netto di 2 miliardi di dollari.
Dopo tre posizioni tutte cinesi, la serie viene interrotta da Vadim Moshkovich, russo. Originario del business immobiliare, della vodka e del petrolio, ha poi creato Rusagro, uno dei più grandi produttori di carne di maiale e zucchero in Russia. Il suo patrimonio netto è a oggi pari a 2,3 miliardi di dollari, in buona parte derivanti dagli oltre 600mila ettari di sua proprietà.
La sesta posizione spetta invece alla Repubblica Ceca, con Andrej Babis, da molti definito a Praga come la versione nazionale di Donald Trump. Oltre a contare su un patrimonio netto di 3,4 miliardi di dollari, è anche vice primo ministro e ministro delle Finanze della Repubblica ceca. Partito dal commercio di fertilizzanti, il suo gruppo Agrofert possiede oggi più di 100mila ettari coltivati e produce annualmente 265 milioni di uova e 840mila tonnellate di mangimi.
Per trovare il quinto "Paperone" di questa particolare classifica si deve andare negli Stati Uniti, con Harry Stine con un patrimonio netto di 3,5 miliardi di dollari, ottenuti soprattutto concedendo licenze di genetiche di mais e soia a grandi multinazionali. Figlio lui stesso di una famiglia di agricoltori, Stine mostra una leggera forma di autismo, la quale non gli ha certo impedito di avere successo nella vita, creando la Stine Seeds, la più grande azienda privata di semi al mondo.
Parla invece arabo la quarta piazza, con Sultan bin Mohammed bin Saud Al Kabeer, principe dell'Arabia Saudita e membro della famiglia reale. Ammonta a 3,8 miliardi di dollari il suo patrimonio netto, estratto dalla società Almarai, fondata nel 1977 e dedita, strano ma vero, ad attività lattiero-casearie. Il Sultano vende infatti latte, ottenuto da vacche Holstein, in tutti i paesi del Golfo.
Sul terzo gradino del podio, due statunitensi, ovvero i coniugi Stewart e Lynda Resnick, con un patrimonio netto di 4 miliardi di dollari. Il business è basato sulla produzione e la vendita di mandorle e agrumi, coltivati nei terreni di famiglia siti in California e nel Sud del Texas. Attenti al valore della risorsa idrica, i Resnick possiedono anche una quota di maggioranza della Kern Water Bank, uno dei più grandi impianti californiani di stoccaggio dell'acqua sotterranea. Visto il clima spesso torrido, un investimento decisamente sagace.
Il primo e il secondo posto, volendo, potrebbero essere assegnati a una sola famiglia. Sono infatti due fratelli cinesi Liu Yonghao e Liu Yongxing a mettere insieme rispettivamente 4,6 e 6,6 miliardi di dollari. Praticamente un terzo di tutta la ricchezza dei primi dieci possidenti mondiali. Il primo dei due fratelli è a capo del New Hope Group, con oltre 500 filiali. Le principali attività vertono su attività di allevamento e servizi a supporto, come la produzione di foraggi e la trasformazione finale degli alimenti.
Ancor più ciclopica la East Hope Group, fondata da Liu Yongxing all'inizio degli anni Novanta e nata per scissione degli affari di famiglia. Specializzatosi nella produzione di mangimi per maiali, polli, anatre e pesci, Liu Yongxing commercia principalmente sul mercato cinese, ma anche in alcuni altri paesi orientali come Vietnam, Singapore, Indonesia e Cambogia.
Va da sé che tali colossi sono fenomeni del tutto anomali, appunto da Guinness dei Primati. Difficile infatti misurarsi con tali strutture, a meno di coagulare molteplici realtà di minori dimensioni, unite però in un unico intento, ovvero competere.
Un intento che guardando alla litigiosità interna dell'agricoltura italiana, difficilmente potrà mai vedere la luce.
17 dicembre 2021 Economia e politica