Su Granaio Italia è guerra dei nervi tra Italmopa - l'Associazione Industriali Mugnai d'Italia - e il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, al quale l'Organizzazione degli Industriali ha chiesto ieri mattina un incontro urgente e - senza mezzi termini - di cancellare il nuovo registro di carico e scarico previsto dalla legge di bilancio per il 2021 nel sistema di tracciabilità di grano, semole e farine, pena - in caso contrario - l'uscita dei delegati Italmopa dalla neo varata Commissione Sperimentale Nazionale Grano Duro. Un vero ultimatum cui ha fatto seguito il silenzio ufficiale del ministero, ma ieri pomeriggio, 28 ottobre 2021, la Cia Agricoltori italiani, pur sottolineando la necessità di modifiche al provvedimento, non ha mancato di manifestare tutto il suo disappunto sulla mossa di Italmopa, senza per altro mai citare l'organizzazione degli industriali molitori di Confindustria.

Per Granaio Italia era atteso da gennaio un regolamento ministeriale di attuazione - nel quale però non sembra possibile trovare soluzioni all'eccessiva presenza di vincoli nella norma della Legge di Bilancio. Una su tutte: la soglia di 5 tonnellate di grano o sfarinati oltre la quale piccoli produttori o trasformatori, ma anche i supermercati di media grandezza, sarebbero tutti obbligati a comunicare le giacenze e i movimenti. Pertanto, qualsiasi modifica che soddisfi tutti, deve essere assunta dal ministro e necessariamente passare dal Parlamento, poiché occorre modificare il testo di legge.


Italmopa, c'è il rischio chiusura monili

Italmopa ha nuovamente espresso al ministro Patuanelli la forte contrarietà dell'industria molitoria nazionale nei riguardi dell'istituzione di un registro telematico di carico e scarico cereali e sfarinati, facente parte del provvedimento "Granaio Italia", e della successiva definizione delle modalità attuative.

"Una norma tecnicamente inapplicabile" evidenzia Emilio Ferrari, presidente Italmopa "per le caratteristiche proprie dei processi di trasformazione, evidentemente non note al legislatore anche per via di una mancata preventiva interlocuzione con le categorie destinatarie del provvedimento".

"La disposizione legislativa" precisano i vicepresidenti Italmopa Vincenzo Martinelli e Andrea Valente "risulta altresì economicamente insostenibile: essa introduce, senza che sia stata predisposta una valutazione d'impatto, un nuovo complesso e pervasivo sistema di comunicazione dei flussi produttivi e commerciali dell'industria molitoria, peraltro già tutti noti alle amministrazioni competenti, che necessiterà di un adeguamento particolarmente oneroso delle strutture produttive. Deve essere chiaro che, senza significative modifiche, la norma determinerà sia l'interruzione parziale delle produzioni, fino al rischio di chiusura di molti impianti molitori, sia l'inevitabile ulteriore aumento dei prezzi di beni primari quali farine e semole".

Stante la gravità della situazione, Italmopa ha chiesto al ministro un incontro urgente volto a concordare gli interventi correttivi alla norma. In caso contrario, l'Associazione ritirerà, come primo segnale di disagio, la propria rappresentanza in seno alla Commissione Nazionale Sperimentale Grano duro, fortemente voluta dal Mipaaf, e adotterà qualsiasi altra iniziativa volta alla tutela della sopravvivenza delle aziende associate.



Cia, no ad ultimatum

"Non si facciano passi indietro sulla Commissione Sperimentale Nazionale Grano Duro (Csn) e si lavori di concerto per migliorare Granaio Italia con l'annesso registro telematico di carico e scarico di cereali e sfarinati - è scritto nella nota di Cia-Agricoltori Italiani. "In un contesto di fibrillazione dei prezzi delle materie prime e con l'aumento dei costi di produzione alla vigilia delle semine - continua la nota - Cia-Agricoltori Italiani ritiene, infatti, dannoso per il settore mettere in discussione uno strumento come la Csn".

Secondo Cia "I possibili appesantimenti burocratici e le altre eventuali criticità di Granaio Italia non vanno superati con ultimatum, ma attraverso il dialogo nelle sedi istituzionali appropriate. Insieme alle diverse organizzazioni della filiera dei cereali, Cia sta da tempo lavorando per migliorare un provvedimento utile a favorire maggiore trasparenza, come avviene in altri settori agricoli".

"Dopo un lungo periodo di gestazione e grazie alla partecipazione di tutti i soggetti della filiera, il lavoro della Commissione - secondo Cia - sta già dando i primi positivi frutti. Le attuali quotazioni di grano duro della Csn sono, peraltro, ben al di sotto di quelle delle più rappresentative borse merci territoriali".

"La Commissione Sperimentale Nazionale Grano Duro e Granaio Italia - conclude Cia - meritano, dunque, attenzione e rispetto. È compito, ora, di tutti gli attori della filiera - conclude Cia - affrontare le criticità nelle sedi adeguate, attraverso percorsi condivisi e partecipati".