"Gli agricoltori - dichiara Franco Aceto presidente regionale dell'organizzazione - ancora una volta pagano un conto immediato con rilevanti danni alle produzioni tardive di agrumi, ma anche in prospettiva poiché si rischia l'asfissia radicale delle piante e quindi la moria".
Le precipitazioni copiose hanno provocato allagamenti in contrada Foggia a Corigliano che hanno interessato le aziende agrumicole e zootecniche ubicate nelle vicinanze del corso d'acqua, causando disagi e danneggiando le coltivazioni.
Negli ultimi 18 anni nella stessa zona - la piana di Sibari, nella quale scorre il tratto terminale di fiume Crati - si sono verificati ben sei episodi di alluvionamento, sempre con danni alle aziende agricole.
Nel 2003 e nel 2008 è toccato alla zona Lattughelle (comune di Cassano allo Jonio), nel 2010 per l'evento di Terranova da Sibari è stata interessata la contrada di Scuse, nel 2011 la furia del Crati si è accanita sulla frazione Thurio del comune di Corigliano-Rossano, mentre nel 2013 si allagano gli Scavi di Sibari, nel comune di Cassano allo Jonio. E ancora, più di recente, gli straripamenti mandano a tappeto le colture in contrada Piano di Scafo a Cassano allo Jonio e nel 2018 ancora vanno sott'acqua le frazioni Thurio e Ministalla sempre a Corigliano-Rossano.
Il danneggiamento degli agrumeti coriglianesi con l'ultima alluvione di una settimana fa, come se non bastasse, va a dare la spallata definitiva al comparto per il quale Regione Calabria ha già dichiarato lo stato di crisi: "Una situazione che si ripete ciclicamente, causata dai cambiamenti climatici in atto, che va ad aggiungersi alla già dichiarata crisi della commercializzazione delle clementine, di cui la Calabria è primo produttore nazionale, dovuta ad una combinazione di fattori che hanno compromesso qualità e durata dell'agrume" sottolinea in una nota Paola Granata, presidente di Confagricoltura Cosenza.
"Se ci sono fenomeni climatici ed ambientali che non si possono prevedere, è però possibile scongiurare il verificarsi di disastri dovuti all'incuria - aggiunge la presidente di Confagricoltura Cosenza -. Così il fenomeno dell'esondazione e dei conseguenti allagamenti delle coltivazioni, potrebbe essere prevenuto attraverso una messa in sicurezza del territorio".
Confagricoltura Cosenza ha sollecitato, a più riprese, istituzioni e amministrazioni a prendersi carico della manutenzione degli argini e della pulizia degli alvei dei corsi d'acqua.
"E' una situazione giunta al limite dell'insostenibilità - afferma la presidente Granata -. Mettere in sicurezza i cittadini, le aziende agricole, il territorio deve diventare una priorità non più procrastinabile. In particolare gli imprenditori agricoli, alle prese con un già fragilissimo sistema economico, non possono più fare fronte a queste negligenze".