Man mano che in tutto il Mezzogiorno d'Italia trovano conferma le previsioni di un raccolto di olive drasticamente minore di quello dello scorso anno, si allargano le forbici tra l'andamento dei prezzi sul mercato all'ingrosso e quello sul mercato all'origine dell'olio extravergine di oliva. Se non altro perché a prezzi all'ingrosso stabili dell'olio Evo campagna 2019/2020, su cui pesa la mole di giacenze negli oleifici, corrispondono prezzi all'ingrosso in crescita per la molitura 2020: perché la domanda del mercato è appunto indirizzata all'olio nuovo. E in questo quadro, purtroppo, i rialzi dei prezzi all'origine dell'olio extravergine di oliva, a parte il caso della Sicilia, appaiono quasi insignificanti e si riassumono in soli 5 centesimi in più spuntati sulla piazza di Bari.
 

Borsa merci di Bari, vola il "novello"

Infatti il 27 ottobre 2020, la Commissione olio della Borsa merci di Bari ha fissato l'olio extravergine di oliva con acidità massima dello 0,4% così detto "Novello" a 5,00 euro al chilogrammo sui minimi ed a 5,20 euro sui massimi: si registra così un aumento di 20 centesimi al chilogrammo sui prezzi d'esordio del 13 ottobre scorso, replicati nell'ultima seduta del 20 ottobre. L'olio extravergine di olive di alta qualità con acidità massima dello 0,4% non altrimenti titolato non ha invece subito variazioni sull'ultima seduta, ed è stato fissato nuovamente a 4 euro al chilogrammo sui valori minimi e 4,10 sui massimi.
Si amplia così la differenza di prezzo tra le quotazioni di olio vecchio e olio nuovo che si attesta ora su 1 euro sui minimi e 1,10 euro sui massimi. Tale andamento "a forbice" si era delineato sin dalla seduta del 13 ottobre ed era partito da 80 centesimi sui minimi e 90 centesimi sui massimi.

Intanto, dal 25 agosto l'extravergine di qualità campagna 2019/2020 risulta comunque aumentato di 40 centesimi di euro sui minimi e 30 centesimi sui massimi, portandosi su valori maggiori di 70 centesimi sui massimi rispetto a febbraio scorso, quando il prezzo era sceso sui valori più bassi degli ultimi tempi.

Ieri la Commissione olio ha rilevato anche i prezzi per l'olio extravergine biologico, che resta stabile sulla seduta precedente a 4,10 euro sui minimi e 4,40 sui massimi, in calo sulla seduta del 13 ottobre di 10 centesimi sui minimi e 20 sui massimi. Non è stato invece quotato l'extravergine Dop Terra di Bari.
 

Variazione delle giacenze neutre rispetto al prezzo

Su queste variazioni di prezzo non hanno potuto incidere le variazioni delle giacenze. Secondo il report Frantoio Italia n 31 dell'Istituto centrale per la qualità e repressione frodi, pubblicato dal Mipaaf il 26 ottobre scorso, "Lo stock di olio detenuto in Italia il 21 ottobre 2020 ammonta a 252.224 tonnellate, di cui il 70,1% è rappresentato da olio Evo. Nell'ambito dell'olio Evo, 51,6% (91.233 tonnellate) è di origine italiana e il 40,0% è di origine Ue. Marginali gli stock di olio extra Ue e di oli blend" complessivamente attestati al 5,9%.

Il tutto con una variazione negativa di del 2,7% rispetto al 7 ottobre, quando l'olio Evo presente in Italia nel suo complesso era pari a 181.654 tonnellate, mentre la giacenza al 21 ottobre è comunque attestata a 176.807 tonnellate.

Ma la situazione è peggiore se confrontata a 12 mesi prima: "Rispetto al 15 ottobre 2019, le giacenze di olio risultano nel complesso superiori del 54,1%. Tale differenza è da attribuire prevalentemente alle variazioni di giacenza dell'olio Evo in generale (+69,7%) e di quello italiano, in particolare. Infatti, rispetto al 15 ottobre 2019, lo stock di olio Evo italiano è maggiore per una quantità pari a 46.916 tonnellate (+105,9%)".

Nonostante una diminuzione minima delle giacenze, che permangono su valori più che doppi rispetto allo scorso anno, i prezzi di mercato all'ingrosso sul "Novello" sono nuovamente in aumento, pertanto la variazione delle giacenze è relativamente neutra rispetto a questi prezzi, che evidentemente variano in questa fase molto più in funzione delle aspettative di un'annata di scarica che sulla base delle scorte di magazzino.
 

Prezzi all'origine, crescono solo in Sicilia

Al contrario, le giacenze elevate di olio vecchio nei frantoi e negli oleifici continuano a mantenere sostanzialmente bassi i prezzi medi all'origine dell'olio extravergine di oliva nuovo rilevati da Ismea al Sud, con l'unica vera eccezione della Sicilia, che partiva però già da livelli più elevati, e di un magro +1,3% della piazza di Bari. Infatti, tutti i prezzi rilevati dall'Istituto "franco azienda" ed Iva esclusa tra il 19 ed il 27 ottobre non danno segni di variazione.

In Sicilia, ieri, le piazze di Palermo e Trapani rilevate da Ismea segnalano stabilità intorno allo stesso prezzo medio della settimana precedente: 5,40 euro al chilogrammo. Valore in realtà incrementatosi del 31,7% rispetto al 13 ottobre, quando il prezzo medio era attestato a 4,10 euro. Buono l'esordio della piazza di Ragusa, con il prodotto a 5 euro al chilogrammo rilevato il 20 ottobre, stabile sul 13 ottobre.

In Calabria il 22 ottobre scorso le piazze di Cosenza, Catanzaro, Rossano Calabro e Lametia Terme confermano all'unisono il prezzo medio dell'extravergine di olive all'origine di 2,95 euro al chilogrammo.

In Puglia il 22 di ottobre Brindisi conferma il prezzo medio per l'Evo di 3,35 euro al chilogrammo, Foggia ribadisce 3,90 euro, con Lecce e Taranto ferme a 3,35. La piazza di Bari, rilevata il 19 ottobre, segna una crescita dell'1,3% portandosi a 3,90 al chilogrammo sempre di prezzo medio per l'olio extravergine di olive in campagna: appena 5 centesimi in più della scorsa settimana.