Sono gli uliveti di Fs-17 "Favolosa", una delle due cultivar, insieme al Leccino, che secondo gli esperti è resistente agli attacchi della Xylella fastidioa. Si tratta di una cultivar italiana, brevettata dal Consiglio nazionale per le ricerche, precoce rispetto alle altre visto che già dopo due anni riesce a dare i suoi primi buoni frutti.
Si stima che per ogni ettaro impiantato si potrebbe arrivare a raccogliere ogni anno, in maniera costante e con le piante in piena maturazione, circa 100 quintali di olive in grado di produrre un olio extravergine d'oliva eccellente, che per qualità e caratteristiche organolettiche è già apprezzato dai consumatori.
La Xylella fastidiosa, scoperta nel 2013 in territorio di Gallipoli, in 7 anni è avanzata fino a sfondare in maniera definitiva, proprio pochi giorni fa, la provincia di Bari col ritrovamento del focolaio di Monopoli.
In questo periodo, secondo uno studio di Italia Olivicola, ha compromesso la produzione di quasi 5 milioni di piante nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, in un areale di 22 milioni di piante, con un calo medio di 29mila tonnellate di olio extravergine d'oliva pari al 10% della produzione olivicola italiana.
Pertanto, rafforzare in tempi brevi quest'area è fondamentale, atteso anche che la produzione di olio da pressione in Italia negli ultimi 30 anni è fortemente calata.
"È una notizia importantissima per l'olivicoltura italiana ed un messaggio di speranza per chi ha a cuore il futuro di questo settore - ha sottolineato il presidente di Cia-Agricoltori italiani, Dino Scanavino -. Dopo anni difficili, grazie alla ricerca scientifica e alla caparbietà degli agricoltori, c'è un futuro per questo territorio che è stato colpito all'improvviso da una sciagura economica e paesaggistica senza precedenti".
"Il recupero di un'area importantissima dell'agricoltura italiana, dalla distruzione della Xylella ad una nuova olivicoltura che produce qualità, grazie ad un importante ricambio generazionale, segna una grande primavera per il mercato dell'olio italiano, che spesso soffre problemi di quantità e qualità disponibili per i consumatori", ha concluso il presidente del Consorzio oliveti d'Italia, Nicola Ruggiero.