La viticoltura eroica è un fenomeno ormai mondiale, che interessa la viticoltura europea, come quella del sud America e del medio Oriente.
Così come comuni sono i punti di forza e le debolezze dei vignaioli estremi, che coltivano e producono grandi vini nei pendii più impervi come nelle piccole isole.

A fare da trait d'union alle diverse viticolture eroiche internazionali c'è il Cervim, che ha co-organizzato nei giorni scorsi, il sesto Congresso internazionale sulla viticoltura di montagna e in forte pendenza, che si è svolto a San Cristobal de La Laguna, Tenerife, nelle Isole Canarie.
Si tratta del secondo congresso in due anni, e segue quello del 2017 che si è svolto a Conegliano (Tv).

Un grande impegno per il Cervim, quindi, ma che ha visto anche quest'anno la presenza del mondo delle istituzioni, della politica a tutti i livelli, e soprattutto degli addetti ai lavori. Tre giorni con dibattiti scientifici, incontri tecnico-politici e visite tematiche nei vigneti eroici di Tenerife, con partecipanti provenienti da tutta Europa e non solo.
 
Foto del sesto congresso internazionale della viticoltura di montagna e in forte pendenza

"E' stato un congresso che è andato a sviscerare ed approfondire le problematiche più attuali e comuni della viticoltura eroica – ha detto il presidente Cervim, Roberto Gaudio – La viticoltura di montagna e delle piccole isole, nonostante costituisca a livello mondiale solo il 5% della viticoltura, in realtà è portavoce dell'eccellenza del fare il vino e della sua qualità. Le ragioni di ciò vanno ricercate nei valori estremi del clima, nella particolare conformazione dei suoli, nell'unicità dei vitigni, nell'irripetibilità del terroir, nelle tecniche enologiche e viticole. Inoltre – ha proseguito Gaudio - la non trasferibilità di questi paesaggi, quindi, li caratterizza con valori culturali, identitari e di attrattiva economica e turistica, in quanto custodi del territorio e del paesaggio".
 
Narvay Quintero, assessore all'Agricoltura del governo delle Canarie, ha sottolineato l'importanza del congresso per l'arcipelago, dal momento che riunisce specialisti provenienti da Spagna, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Stati Uniti, Svizzera e persino della Russia.
"La professionalizzazione che il settore ha vissuto negli ultimi anni - ha sottolineato infine Quintero - sta dando origine a produzioni eccezionali, apprezzate a livello internazionale e che sottolineano l'importanza della coltivazione della vite nelle isole".