La Regione Lazio ha aperto il bando per l'assegnazione dei contributi e per la conservazione delle specie autoctone sia vegetali che animali.

I finanziamenti sono quelli previsti dalla sottomisura 10.1 del Psr, relativa ai pagamenti agroambientali, nelle sue due azioni specifiche: l'azione 10.1.8 denominata 'Conservazione in azienda in situ della biodiversità agraria vegetale' e l'azione 10.1.9 chiamata 'Conservazione in azienda, in situ o ex situ, della biodiversità agraria animale', con una dotazione di 1 milione di euro per ciascuna azione.

Riguardo la biodiversità vegetale, prevista dall'azione 10.1.8, l'obiettivo è quello di mantenere o incrementare la coltivazione delle varietà naturalmente adattate alle condizioni locali e regionali e minacciate di erosione e anche di salvaguardare esemplari isolati o in filari che costituiscano una cosiddetta reliquia genetica, anche nel caso di piante impiantate nella precedente programmazione del Psr con i finanziamenti della stessa misura.

Per quanto riguarda invece la biodiversità zootecnica, l'obiettivo dell'azione 10.1.9 è quello di incentivare l'allevamento a livello aziendale o anche fuori dall'azienda di razze autoctone minacciate di abbandono del Lazio.

Al bando possono partecipare agricoltori singoli e associati e altre realtà che siano attive nella tutela e nella conservazione di varietà e razze autoctone. I beneficiari in ogni caso devono essere iscritti alla rete di conservazione e sicurezza prevista dall'art.4 della legge regionale n.15/2000. L'iscrizione è gratuita e può essere fatta seguendo le istruzioni indicate sulla pagina apposita del sito di Arsial. Per chi non fosse ancora iscritto, la registrazione può essere fatta anche prima della presentazione della domanda di contributo.

I beneficiari dovranno mantenere gli impegni previsti dalla misura per cinque anni, precisamente a partire dal 16 maggio 2018 al 15 maggio 2023.

Per quanto riguarda le specie vegetali, i beneficiari dovranno coltivare almeno una varietà autoctona a rischio di erosione genetica tra quelle presenti nell'allegato 2 del bando. Riguardo gli esemplari singoli o in filari i detentori custodi devono effettuare gli interventi e le cure
colturali necessari alla loro tutela e riportarli nel quaderno di campagna. Mentre per chi coltiva varietà impiantate con i contributi del precedente Psr c'è l'obbligo di fare un progetto, valutato dall'Arsial, che specifichi la geolocalizzazione delle piante, le analisi del terreno, e le varie tecniche di coltivazione.

I pagamenti previsti sono di 250 euro a ettaro per i cereali, 500 euro a ettaro per le ortive, 700 euro a ettaro per le colture arboree o altre colture perenni, mentre per le piante isolate è previsto un contributo di 70 euro a pianta fino a un massimo di dieci piante ad azienda.

Riguardo alle specie zootecniche gli allevatori dovranno allevare in purezza animali delle razze indicate nell'allegato 3 del bando, iscrivendo i capi nei rispettivi libri genealogici o registri anagrafici, oppure, in mancanza di questi, produrre apposita attestazione di appartenenza alle razze, rilasciata dall'Arsial. Inoltre dovranno mantenere invariata la consistenza iniziale dell'allevamento per tutti i cinque anni della durata dell'impegno, con un contributo annuo fissato a 200 euro a Uba.

Per tutte e due le azioni i contributi sono anche cumulabili con quelli previsti dal Psr per altri pagamenti agroambientali, e con i pagamenti a sostegno dell'agricoltura biologica, delle zone svantaggiate e del benessere animale.

Le domande dovranno essere inviate tramite il portale Sian entro il giorno 15 maggio 2018. Per maggiori informazioni e dettagli si rimanda al bando completo.