Due argomenti affrontati e proposti nel convegno 'Come creare reddito dall'olivicoltura italiana: l'alta qualità è l'unica soluzione ai problemi dell'olivicoltura?', promosso da Anga, Giovani imprenditori Federalimentare, Cnr e Future food institute, che si è tenuto nei giorni scorsi presso l'Accademia dei Georgofili, a Firenze.
Secondo Anga Toscana oggi il costo del lavoro, gli oneri previdenziali e di sicurezza, i tempi e i costi burocratici massacranti, minacciano il settore olivicolo italiano. E chi comincia o chi riprende a coltivare l'olivo in Italia è come un atleta che corra con tanti fardelli nello zaino rispetto ai suoi concorrenti, sia Nord africani sia spagnoli.
Fra i maggiori produttori figurano infatti la Spagna con 1,20 milioni di tonnellate, la Tunisia con 290mila tonnellate, e soltanto dopo troviamo l'Italia con 280mila tonnellate. In più da due anni sono caduti i dazi sull'importazione dell'olio dalla Tunisia. Una misura che ha portato a un calo della produzione locale che si trova a competere con un prodotto a basso costo.
Per questo i giovani di Confagricoltura invitano le istituzioni a vigilare sui prodotti importati, e in particolare l'olio extravergine d'oliva, per verificare la rispondenza ai parametri merceologici definiti dalla normativa comunitaria. Attualmente non esiste alcun obbligo di analisi ma solo una verifica dell'etichetta.
"Non si tratta di una misura protezionista - ha affermato Clemente Pellegrini, presidente di Anga Toscana - ma al contrario è una difesa etica che va a tutela del consumatore e di chi lavora in maniera corretta".
L'altra proposta lanciata è quella della creazione di una Ocm olio. Proprio questo modello contributivo ha fatto il successo del mondo del vino in Italia. Per Pellegrini una Ocm consentirebbe un'importante valorizzazione delle numerose Dop e Igp nazionali, consentendo agli agricoltori di scaricare a terra il potenziale comunicativo ed evocativo del territorio italiano.
Per Raffaele Maria Maiorano, presidente dei giovani di Confagricoltura, la qualità è un tema centrale da affrontare sia dal punto di vista produttivo che scientifico.
Per questo ha ribadito l'importanza del percorso delle filiere intelligenti, avviato incrementando il dialogo fra Cnr e Crea con il mondo delle imprese agricole rappresentato da Confagricoltura e dai partner di Federalimentare.
Un percorso che per Maiorano ha come obiettivo quello di arrivare ad una reale definizione del concetto di qualità per poi capire come mantenerlo e il giusto valore all'olio extravergine di oliva, e gettare le basi anche per determinare un prezzo che garantisca un giusto reddito ai produttori.
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Fonte: Confagricoltura Toscana