C'è una novità nel panorama dei vitigni del Lazio.
In seguito alle verifiche fatte da Arsial, l'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione in agricoltura del Lazio, per l'identificazione del patrimonio genetico della varietà locale di vite denominata Trebbiano verde è stato accertato che questo vitigno corrisponde al Verdicchio bianco B.

Il Verdicchio bianco è un vitigno ritenuto di origine marchigiana e coltivato anche in Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna, Toscana e Umbria.

Nel Lazio in particolare è ammesso nei disciplinari di produzione di 5 Doc: Colli Lanuvini, Marino, Montecompatri Colonna, Velletri e Zagarolo e di 5 Igt: Civitella d'Agliano, Colli Cimini, Frusinate e Lazio Igt.

Le analisi di Arsial hanno dimostrato che Trebbiano verde e Verdicchio bianco B dal punto di vista genetico sono la stessa varietà di vite, che poi in zone diverse sono state chiamate con nomi diversi. Quindi Trebbiano verde e Verdicchio bianco sono sinonimi, i due nomi indicano cioè lo stesso vitigno.

Un fenomeno, quello della sinonimia delle cultivar, non solo di vite, che è molto diffuso e dovuto alle tradizioni di comunità agricole diverse.

Così la regione Lazio ha aggiornato il Registro regionale delle varietà di vite classificate idonee alla produzione di uva da vino.

E in questo modo, nella sola regione Lazio la denominazione Trebbiano verde diviene sinonimo di Verdicchio e i due termini potranno essere usati indistintamente ad identificare la medesima varietà.

Il Verdicchio bianco B aveva già altri sinonimi riconosciuti dal Mipaaf: il Trebbiano di Lugana e il Trebbiano di Soave B usabili in tutta Italia, e la Peverella, sinonimo utilizzabile solo nella provincia di Trento.

Ora, solo nel Lazio, potrà essere chiamato anche Trebbiano verde.