Questi gli aspetti chiave dell'accordo di filiera triennale (2017-2019) per il grano duro di elevato standard qualitativo tra Barilla e le principali Organizzazioni di produttori cerealicoli dell'Emilia Romagna, che hanno sottoscritto il 22 gennaio 2018 a Bologna, il rinnovo dell'intesa quadro nella parte economica e nei requisiti di qualità della materia prima, alla presenza dell'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli.
Quantitativi e superfici interessate
L'accordo prevede la fornitura all'azienda di Parma di un quantitativo di 120mila tonnellate per quest'anno e per il 2019, per una superficie coltivata di circa 20mila ettari all'anno, e rappresenta un modello di organizzazione della filiera, dal campo alla tavola.Come sarà calcolato il prezzo garantito
Una novità scaturita dal rinnovo dell'intesa per il biennio 2018-2109 riguarda l'incremento di cinque euro a tonnellata del prezzo garantito per una quota prefissata del 30% della produzione conferita. Aumento che farà così salire il compenso pagato agli agricoltori dai 240 euro a tonnellata per il grano con contenuto proteico del 13%, ai 250 euro nel caso di una percentuale del 13,5%, per arrivare infine a toccare i 260 euro, sempre a tonnellata, per merce con contenuto di proteine uguale o superiore al 14%.Per il pagamento della restante quota del 70% del prodotto conferito si farà invece riferimento ai listini della Borsa merci di Bologna: prezzo al quale si aggiungono poi i premi legati ai parametri di qualità e all'adesione agli impegni previsti dall'accordo.
In più gli agricoltori potranno accedere ai contributi per ettaro stanziati dal Mipaaf per chi aderisce ai contratti di filiera di durata triennale. Le risorse a disposizione per il 2018 sono state raddoppiate rispetto alla scorsa campagna e ammontano in totale a 20 milioni. A questi pagamenti, inoltre, potranno aggiungersi i compensi per i servizi di stoccaggio, dai 12 ai 23 euro a tonnellata secondo il periodo di consegna della merce.
Un momento della presentazione dell'accordo
"Gli accordi di filiera - afferma Simona Caselli - sono uno strumento fondamentale per migliorare la programmazione e valorizzare produzioni di grande pregio sotto l'aspetto qualitativo come il grano duro, al tempo stesso consentendo di metterlo al riparo dagli alti e bassi della congiuntura. Va poi sottolineata la forte valenza a carattere ambientale dell'intesa, dal momento che il grano di alta qualità per la pasta Barilla è coltivato mediante l'impiego di tecniche produttive all'insegna della sostenibilità, in linea con i Disciplinari di produzione integrata dell'Emilia Romagna".
In particolare l'impiego di questi tecniche consentirà di ridurre le emissioni di CO2 del 20%.
Molteplici anche i vantaggi per l'azienda di Parma, che potrà contare su varietà di grano appositamente selezionate e su un bacino di approvvigionamento limitrofo agli stabilimenti produttivi.
"L'accordo - sostiene Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti del Gruppo Barilla - dimostra che c'è un modo virtuoso per sostenere la filiera nazionale grano duro-pasta. Grazie ai contratti di coltivazione stiamo riuscendo finalmente ad aumentare la produzione di grano duro italiano di qualità e a remunerare adeguatamente gli agricoltori. Al tempo stesso stiamo riscontrando una riduzione dell'impatto ambientale, grazie alla crescita del progetto grano duro sostenibile".
Le organizzazioni firmatarie dell'intesa
Op Grandi colture italiane, Op Cereali, Consorzio agrario Terre padane, Consorzio agrario di Parma, Consorzio agrario dell'Emilia e Consorzio agrario Adriatico sono le organizzazioni che hanno firmato il rinnovo dell'intesa con il Gruppo Barilla.A queste si aggiunge, come negli anni scorsi, la Società produttori sementi, fornitrice del seme di varietà appositamente selezionate.