Ieri l’aula del Senato della Repubblica ha respinto un emendamento al Collegato agricolo alla legge di Stabilità che prevedeva lo sblocco del Patto di Stabilità per Regione Puglia e comuni pugliesi sulle risorse destinate e da destinarsi al contrasto della Xylella fastidiosa nell’area del Salento. Il primo firmatario dell’emendamento era il senatore Dario Stefàno, già assessore all’Agricoltura della giunta guidata da Nichi Vendola. La bocciatura di Palazzo Madama all’emendamento Stefàno è pervenuta dopo che il Governo ed il relatore del disegno di legge di iniziativa del governo, Roberto Formigoni, si erano dichiarati contrari. Poco fa il Collegato è stato approvato dall'Aula e torna alla Camera dei Deputati per l'approvazione definitiva.

Poco prima della bocciatura nell’aula del Senato dell’emendamento che avrebbe concesso deroghe ai comuni e a regione Puglia sul Patto di Stabilità per combattere meglio la Xylella fastidiosa, anche finanziando campagne per la promozione del Piano di contrasto nelle aree pubbliche, giungeva dalla Giunta regionale della Puglia l’approvazione della “Ricognizione sulle iniziative assunte per il Patto Stabilità interno 2014”, dove si evidenzia come la competenza euro compatibile della Regione Puglia è quasi completamente satura, togliendo all’ente ogni possibilità di intervento, in qualsiasi ambito, senza andare incontro alle sanzioni per lo sforamento del vincolo finanziario. Non solo: per il 2015 si rischia anche di andare incontro al disimpegno automatico delle risorse comunitarie, cosa che, con il Programma di Sviluppo rurale della regione Puglia 2007/2013 e gli altri programmi comunitari in fase di rendicontazione, fa tremare le vene ai polsi degli amministratori pugliesi.

Sulla bocciatura al Senato dell’emendamento a sua firma, il senatore Stefàno ieri ha dichiarato: "Ormai dobbiamo farcene una ragione: il Governo non ha a cuore le sorti della Puglia, della sua economia agricola e dell’olivicoltura italiana. Oggi sul Collegato agricolo perde l'ennesima occasione per far seguire i fatti alle parole". Secondo Stefàno "Con la deroga al Patto di stabilità la Puglia e i comuni pugliesi avrebbero potuto contare su maggiori risorse per le azioni di contrasto alla malattia, di fatto nella loro disponibilità ma vincolate. Il parere contrario del relatore Formigoni e del Governo però e la bocciatura immediata del dispositivo hanno definitivamente stroncato la nostra iniziativa e spento ogni speranza".

A Bari, intanto, la giunta regionale fa i conti con le regole sempre più stringenti che hanno ridotto a zero l’elasticità del bilancio della Regione. Nella relazione approvata ieri, tra l’altro, si legge: “Nell’anno 2014 per la regione Puglia il complessivo obiettivo di competenza eurocompatibile di 1.305 milioni di euro risulta saturato, per circa 900 milioni di euro, per spese obbligatorie e di funzionamento. Con la residua disponibilità di spesa la Regione dovrebbe assicurare gli spazi finanziari per l’effettuazione delle spese afferenti il cofinanziamento nazionale dei fondi comunitari, stimati in circa 510 milioni di euro, le risorse liberate della programmazione comunitaria 2000-2006, il Fondo sviluppo e coesione (ex fondo per le aree sottoutilizzate), gli interventi finanziati con altre risorse vincolate e con il bilancio autonomo (emergenza sociale, contrasto alla povertà, istruzione, ricerca, occupazione). Appare evidente come l’attuazione delle politiche di coesione finanziate attraverso lo strumento dei fondi di coesione nazionali sia sostanzialmente paralizzata.

Nel 2015 la situazione peggiora ancora perché le norme finanziarie diventano più stringenti: e non c’è solo il rischio di non poter investire nella lotta alla Xylella. “Alla progressiva riduzione dell'obiettivo di competenza eurocompatibile conseguente alle manovre di finanza pubblica adottate negli ultimi anni, si accompagna la crescente consistenza dei target di spesa da certificare al fine di evitare il disimpegno automatico dei fondi strutturali del periodo di programmazione 2007-2013 – è scritto nella relazione approvata dalla giunta Vendola, che sottolinea: ”Tale circostanza comporta una progressiva compressione delle spese erogabili per le altre finalità (funzionamento della regione, cofinanziamento spese fondo di azione e coesione ndr) che pone a serio rischio la programmazione e la realizzazione delle attività nonché l’esatto adempimento delle obbligazioni che ne derivano”.