La decisione francese di chiudere le frontiere ai materiali di propagazione della vite provenienti dalla Puglia per prevenire l'espandersi dell'infezione da Xylella fastidiosa? Potrebbe trattarsi di guerra commerciale.
A dirlo non è un nemico giurato della Francia, ma Paolo De Castro, europarlamentare Pd e già presidente della Comagri a Strasburgo, e che aveva avuto al suo fianco in Commissione agricoltura durante la scorsa eurolegislatura proprio Stephane Le Foll, prima che diventasse ministro dell’agricoltura di Francia. Ed era stato proprio il tandem De Castro – Le Foll a propiziare l’ammorbidimento delle posizioni della Commissione sull’agricoltura mediterranea durante i triloghi sulla nuova PAC.

De Castro, che secondo quando si apprende in queste ore sta preparando una interrogazione urgente al parlamento di Strasburgo proprio sul decreto del ministro francese, intervistato a Radio 24 durante la trasmissione  “Effetto Notte” nella serata del 3 aprile ha detto:  “Bisogna evitare che il contagio si diffonda, questo è vero. Io spero che questo provvedimento francese venga fermato, perché finché vieta l’importazione di olivi e di specie ospiti note è un conto, ma se allarga il divieto di importazione alla vite e ad altre specie il sospetto della guerra commerciale è molto forte”. De Castro infatti ricorda che la Xylella fastidiosa, che infetta oggi gli olivi in Puglia, non colpisce la vite, cosa che sta invece accadendo in California con altre subspecie dello stesso batterio: ”La  Xylella fastvariante Pauca non attacca, per quel che ne si sa, la vite" afferma De Castro ai microfoni di Radio 24.

Sulla Xylella De Castro conferma il sì al Piano Silletti, ma alza il tiro sul vettore della malattia: “E’ un batterio da quarantena, la Xylella. E’ una situazione drammatica, e lo denunciammo già nel 2013, anche perché non ci sono studi scientifici che dicono come venirne fuori, la variante Pauca attacca oggi per la prima volta l’olivo e bisogna combattere soprattutto l’insetto vettore, la cicalina sputacchina;  ovviamente va dato corso anche al piano di eradicazione, che è molto circoscritto: non è possibile pensare che gli olivi possano guarire da soli”.