Produzione italiana di olio di oliva nella campagna 2013/14 a 480 mila tonnellate con una contrazione dell’8% rispetto della precedente annata 2012/2013.
La conferma delle stime produttive di olio di oliva di novembre giunge alla Camera dei Deputati durante la presentazione del libro Extraverginità del giornalista scrittore Tom Mueller.

Dall’esame dell’osservatorio economico di Unaprol emerge, nella Penisola, una netta distinzione geografica. Il Nord e parte del Centro mostrano variazioni positive che recuperano le importanti perdite dello scorso anno, mentre già dal Lazio arrivano i primi segni meno fino a registrare quelli pesanti del Sud dove, come è noto, si concentra la produzione di olio di oliva.

Situazione geografica
Situazione a macchia di leopardo anche all’interno delle maggiori regioni produttrici dove si registra una disomogeneità dei risultati. In Puglia si evidenzia un disallineamento tra il Nord e il Sud. Quest’anno all’annata di carica prevista al Nord della regione messa in discussione da un clima che ha disatteso le più ottimistiche aspettative di inizio campagna, si è aggiunta l’annata di scarica fisiologica del Salento determinando un calo della produzione abbastanza contenuto e calcolato intorno a -5% l’offerta regionale.
Più pesanti le perdite stimate in Calabria (-20%), sebbene anche qui la situazione sia a macchia di leopardo.  L’alternanza è alla base della flessione produttiva in Sicilia, unita a qualche problema di resa già evidente alle prime moliture.

Produzione italiana di olio di oliva (tonnellate) 


Fonte: 2013* stime Ismea in collaborazione con Aifo, Cno e Unaprol.
I risultati devono essere considerati indicativi e suscettibili di variazioni anche non trascurabili.
Le stime sono effettuate rispetto al dato diffuso dall’Istat per il 2012

La Gdo non sempre premia made in Italy: si punta sull'e-commerce
Negli ultimi tre anni, analizzando i volumi di vendita nella Gdo, sono stati venduti, mediamente, 156 milioni di litri di extravergine per un valore di circa 609 milioni di euro. Il prezzo medio praticato dalla Grande distribuzione per l’extravergine è pari a circa 3,80 euro/litro. Se si fossero presi, come base di partenza, i costi di produzione nelle diverse ripartizioni geografiche e si fosse considerato il costo più basso (3,54 euro/kg, pari a 3,24 euro/litro), il valore delle vendite avrebbe raggiunto circa 507 milioni di euro. La differenza, rispetto a quelli ricavati dalla Gdo, è pari al 20% sul calcolo euro/litro, mentre di 552 milioni di euro circa e una differenza di appena il 10% nel rapporto euro/kg.

La Gdo spesso ha banalizzato – riferisce Pietro Sandali direttore generale di Unaprol –, con le sue politiche di distribuzione aggressive, il valore del vero extra vergine di oliva made in Italy; politiche che poi – sottolinea - non hanno creato valore nemmeno intorno alle categorie di miscele di extravergine convenzionale”. Ogni settimana, si trova un extravergine in offerta a prezzi che non riescono a coprire i costi produttivi e si crea ulteriore confusione nel consumatore.

Dai primi risultati, non definitivi, dei panel che Unaprol sta effettuando con Inea emerge che il 40% dei campioni prelevati dichiara in etichetta origine italiana con prezzi inferiori a 3,99 euro/l. Il restante 60% dichiara l’origine comunitaria e viene proposto al pubblico ad un prezzo leggermente superiore ai 3 euro/l. Il 50% degli oli che vengono proposti al pubblico come italiani presenta anomalie: profilo sensoriale difettato di rancido o addirittura presenza di note varietali di origine non italiana. Per gli oli comunitari: un terzo presenta difetti del profilo sensoriale.   

Tom Mueller, nel suo libro Extraverginità, sintetizza tutto quello che non si deve fare nel settore dell’olio di oliva, ma che è accaduto. Una sorta di antibiotico ad ampio spettro per salvaguardare l’italianità di un prodotto “intorno al quale è ancora possibile - afferma Pietro Sandali – generare valore partendo dal concetto dell’origine e della qualità del prodotto”. Google l’ha capito e sta trasformando la rete in un'opportunità per glocalizzare il mercato, saltare passaggi inutili e accorciare le filiere. E’ importante investire su una maggiore segmentazione di mercato, che consenta di rispondere ai bisogni più evoluti della domanda di qualità. “Stiamo investendo in e-commerce - ha concluso Sandali - per dare ai consumatori di tutto il mondo – attraverso il sito www.filiereunaprol.it – l’opportunità di incrociare l’offerta del vero olio extra vergine di oliva I.O.O.% prodotto in Italia e garantito dal programma di tracciabilità europea targato Unaprol”.