L'extravergine tarocco manda in crisi gli olivi. Non è inerme l'olivicoltura apuo-lunigianese dagli effetti di fenomeni come contraffazione e sofisticazione.
"Il made in Italy è un valore aggiunto sugli scaffali e gli olivicoltori, se non difesi con gli strumenti normativi adeguati, rischiano di diventare una razza in via di estinzione - nota la Coldiretti di Massa Carrara, ricordando gli ultimi sequestri di maxi-partite di olio "tagliato" nel senese - I controlli da parte di Guardia di Finanza, Carabinieri e Corpo forestale si sono intensificati e hanno prodotto importanti risultati con numerosi sequestri e persino arresti, ma non bastano". 

"Di questo passo non sarà più conveniente mantenere produttivi gli olivi e produrre olio con tutto ciò che ne consegue a livello paesaggistico ed ambientale. La produzione è già crollata in meno di 10 anni anche per colpa di questi aberranti fenomeni". 

"L'olio tarocco costa la metà, a volte anche un terzo dell'olio extravergine vero prodotto e confezionato a livello locale - continua la Coldiretti - Basta andare sugli scaffali della grande distribuzione per trovare bottiglie di olio a prezzi incredibili che evocano paesaggi toscani: purtroppo l'etichetta non è abbastanza chiara per informare il consumatore che si  tratta di olio figlio di miscelazioni che poco hanno da spartire con il nostro territorio. E' scritto talmente piccolo che è sufficiente un'immagine, un casolare tra i cipressi, per convincerti che stiamo acquistando olio toscano ad un prezzo molto economico. E' un inganno, e in tanti ci cascano: la verità è che non stiamo acquistando vero olio toscano".

Per questo gli agricoltori pretendono una legge "salva olio", già scritta ma non ancora approvata.
Alla Leopolda, a Firenze, martedì 2 ottobre, Coldiretti rinforzerà nuovamente il messaggio nell'ambito del convegno "Extravergine Toscano. Etichetta senza inganni" a cui parteciperà il presidente nazionale Sergio Marini.

 


I dati

 

La raccolta di olive è crollata tra il 2003 e il 2011, passando dagli oltre 32 mila quintali del 2003 (2050 quintali di olio), annata eccezionale insieme a quella del 2005 (produzione record con 37 mila quintali e 6385 quintali), ai 3 mila quintali dello scorso anno (510 quintali). In percentuale la produzione di olio è crollata del 70% nell'arco temporale 2003-2011 (dati Istat-Almagricola). 
Meglio dovrebbe andare – secondo le stime di Coldiretti – per la stagione 2012 che dovrebbe portare il livello di produzione su una media degli ultimi 3-4 anni: circa 10 mila quintali.
Oggi produrre olio non è conveniente a causa dei costi elevati e dell'impegno di manodopera. Un'indagine dell'Arsia ha calcolato che, mediamente, un'azienda agricola ubicata in zona collinare, e quindi in condizioni più sfavorevoli rispetto alla zona di costa, ha una perdita per ogni quintale di olio prodotto di 549 euro mentre un'azienda di pianura 339 euro. Tra i costi principali quello della manodopera che portano i costi di produzione per ogni ettaro ad oltre 1000 euro.