Il Summit europeo dell’ortofrutta, che ha preceduto la recente edizione di Macfrut 2010 (Cesena, 6/8 ottobre), organizzato da Cso – Centro servizi ortofrutticoli, Regione Emilia-Romagna e Macfrut, ha messo in evidenza la scarsità delle produzioni in tutto l’emisfero Nord.
Ventuno i relatori impegnati a commentare il futuro produttivo e commerciale della frutta invernale in Europa.

Ad aprire, l’intervento di Luciano Trentini, direttore di Cso, che ha tracciato una sintesi dell’evoluzione della produzione di frutta europea rapportata al mondo, evidenziando la crescita della produzione asiatica e la leggera contrazione dell’Europa.

Tutta la frutta invernale (mele, pere, kiwi e agrumi) presenta una situazione produttiva in cui mediamente si scende dal 10 al 20% rispetto all’anno scorso, con punte estreme in Italia sul kiwi, dove il calo di produzione in alcune aree come Emilia Romagna e Piemonte, raggiunge rispettivamente –38% e –35%. O come nel caso della pera Abate che, quest’anno, registra la minor produzione degli ultimi 10 anni (-35% sul 2009).
“Questa situazione – ha detto Trentini, direttore Cso - premierà l’offerta di qualità ma accenderà la competizione sui prezzi accentuando la concorrenza tra fornitori. L incognita sarà per i produttori che non sempre potranno ricavare una plv capace di garantire un reddito sufficiente”.

Luciano Trentini, direttore Cso (Fonte: Macfrut)

Il primo panel dedicato quest’anno alla mela, con l’introduzione statistica di Elisa Macchi (Cso), ha visto la partecipazione alla discussione, animata da Chris White, di Josef Wielander di Vip (Italia), il Gruppo della Val Venosta che commercializza oltre 350.000 tonnellate di mele annue prospetta una annata positiva per le mele italiane e raccomanda equilibrio nella contrattazione per salvaguardare i redditi dei produttori.

Dominique Wosniak della Rajpol, una importante realtà produttiva polacca e Stephan Weist della Langard, azienda in forte evoluzione in Germania per i prodotti freschi, confermano il forte calo di produzione di mele in Polonia e in Germania.

Per il kiwi il dibattito è stato animato dalle dichiarazioni di Blair Hamill di Zespri che ha confermato lo sforzo della Nuova Zelanda verso l’innovazione varietale per arginare la grande crisi produttiva e segmentare l’offerta mondiale.
Per l’Italia, Alessandro Fornari di Kiwi Gold mostra sostanziale ottimismo per la campagna 2010 evidenziando una controtendenza del kiwi giallo italiano che quest’anno si stima in aumento produttivo del 30%.

Anche dalla Grecia, rappresentata al Summit da Zizis Manossis, le aspettative per questa annata sono buone ma occorre promuovere i consumi.

Uno dei temi più dibattuti della giornata è stato quello della apertura delle barriere fitosanitarie che oggi spesso ostacolano l’ export della frutta europea.
E’ il caso delle pere, evidenziato da Gabriele Ferri di Naturitalia. L’export italiano di pere, commenta Gabriele Ferri, necessita dell’apertura di nuovi mercati e troppo spesso alcuni mercati, come ad esempio quello nord americano non sono praticabili a causa di vere e proprie barriere commerciale spacciate per barriere fitosanitarie.

L’ esigenza di trovare sbocco verso nuovi mercati extra europei è stata confermata anche nel panel agrumi animato dalla partecipazione di Paco Borras per la Spagna, Cirino Scatà e Aurelio Panitteri per l’Italia.

Il successo del Summit, con la partecipazione di oltre 300 delegati, ha confermato quanto sia fondamentale per il settore ortofrutticolo organizzare un momento di sintesi e di riflessione sui quantitativi di prodotto immessi sul mercato globale che determinano irrevocabilmente l’andamento dei prezzi dell’annata.

Analisi dei mercati
Analizzando nel dettaglio le singole specie di frutta invernale, si registra per le mele una produzione europea di 9.800.000 di tonnellate con un calo del 11% rispetto al 2009. Le previsioni 2010 per i principali paesi produttori vedono un calo importate in Polonia –24%, altrettanto si può dire per la Germania con -17%, per l’Italia il calo produttivo previsto rispetto al 2009 si attesta sul –3% e per la Francia si attende un –4%.

Entrando nel dettaglio delle performance varietali è da notare la crescita esponenziale a livello europeo degli impianti di Fuji cresciuti nell’ultimo triennio del 35% con un potenziale produttivo di circa 200.000 tonnellate.
Per le pere in Europa si prevede una produzione 2010 di 2.150.000 tonnellate pari al –19% rispetto al 2009
Calano gli impianti in Francia, Portogallo e Spagna mentre si rafforza la pericoltura in Olanda e Belgio con produzioni previste per quest’anno inferiori all’annata record 2009.
In aumento gli impianti europei di Conference e Rocha, tutte le altre varietà sono in  ridimensionamento.
Per il kiwi la produzione prevista nell’Emisfero nord registra un calo del 17%.
Scendono le produzioni di tutti i paesi principali produttori tra cui l’Italia che è primo produttore del mondo. Solo il kiwi californiano registra una crescita produttiva per il 2010. Il 70% del kiwi prodotto in Italia è destinato all’esportazione e questa specie rappresenta da sola ben il 14% dell’export di frutta italiano.

In questo contesto, a livello europeo si registra una crescita delle produzioni di frutta mondiali dal 2000 al 2009 del +24%.
L’Asia passa dal 43% (media 2000-02) al 50% nel 2009 di quota di produzione mondiale mentre l’Europa scende nello stesso periodo dal 16 al 12%.
E in un contesto di grande competizione globale si amplia il ventaglio dei mercati di sbocco con potenzialità importanti per l’export europeo.
(Fonte: Cso)

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