"E’ il momento di promuovere gli stati generali dell’agricoltura per capire cosa chiede il sistema agroalimentare nazionale nella discussione della nuova Pac. Non c’è solo il problema delle risorse economiche. C’è un problema di strategia e di obiettivi di fondo. E in questo l’Emilia-Romagna può e deve giocare un ruolo fondamentale. Il rischio è che prevalga un’idea marginale dell’agricoltura. Dobbiamo impegnarci per innovare la nostra agricoltura, riorganizzarla, renderla in grado di competere sui mercati internazionali, mettendo al centro qualità, tipicità, legame forte con il territorio”. E’ la proposta lanciata a Bologna dal presidente della Regione Vasco Errani, concludendo i lavori del convegno 'Agricoltura e sviluppo rurale in Emilia-Romagna: riformare per competere'. Il convegno è stato l’occasione per fare un bilancio delle iniziative di questa legislatura e un’occasione per confrontarsi sulle le prospettive dei prossimi anni.
Un Programma di sviluppo rurale che stanzia oltre 1 miliardo di euro di risorse pubbliche in 7 anni e che nelle scorse settimane ha visto 122 milioni di euro di risorse aggiuntive destinate ad alcuni settori (lattiero-caseario); un forte sostegno al credito, con un aumento del 76% nel 2009 e nel 2010 delle risorse destinate ai Consorzi di garanzia agricoli; sostegno alla ricerca, all’innovazione e alla formazione professionale; nuove iniziative per la promozione dei prodotti tipici e di qualità anche sui mercati internazionali; tutela dell’ambiente e sostegno delle aree montane. Sono alcuni dei punti al centro dell’azione regionale di questi anni.
“Accanto a tutto questo – ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni – c’è bisogno di un grande salto di qualità nell’organizzazione dell’offerta agricola. E’ questa la condizione necessaria per ridare competitività alla nostra agricoltura. La Regione è pronta a fare la sua parte, sia per rilanciare gli strumenti tradizionali dell’economia agricola organizzata, quali quelli cooperativi, sia per sostenerne di nuovi. Penso alla rete dei Consorzi agrari che può diventare canale di agricoltura associata o agli accordi quadro, quale quello promosso dalla Regione, con la Barilla per la fornitura di grano duro di alta qualità. Sono traguardi possibili su cui tutti insieme possiamo aprire un cantiere comune".
© AgroNotizie - riproduzione riservata