Il "Fondo nazionale latte ovino" è stato infatti regolamentato dal decreto ministeriale 20A01151 dell'8 gennaio 2020 del ministro delle Politiche agricole, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 febbraio 2020 e che ha ricevuto la registrazione della Corte dei conti il 10 febbraio scorso.
Il decreto definisce i criteri e le modalità di ripartizione delle risorse del "Fondo nazionale latte ovino", che è pari a 10 milioni di euro per l'annualità 2019 e vengono individuati nello stato di previsione del Mipaaf.
Tre le finalità del fondo:
- Favorire la qualità e la competitività del latte ovino attraverso il sostegno ai contratti di filiera e di distretto, l'intento è quello di utilizzare questi strumenti per creare la necessaria aggregazione, volta all'implementazione di progetti collettivi di livello elevato e su una scala territoriale rilevante.
- Sostenere la promozione di interventi di regolazione dell'offerta di formaggi ovini a denominazione di origine protetta nel rispetto delle disposizioni previste dall'articolo 150 del regolamento (Ue) n 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013. Ovvero l'esistenza di un organismo interprofessionale, come già avviene in Sardegna, il previo accordo tra le parti e l'esistenza di condizioni di regolazione dell'offerta temporanee.
- Supportare la ricerca, il trasferimento tecnologico e gli interventi infrastrutturali nel settore di riferimento.
I bandi con graduatoria
Se lo strumento attuativo scelto è quello dei contratti di filiera e di distretto, i progetti collettivi, che dovranno essere presentati dopo l'emanazione di un apposito bando da parte del Mipaaf, a differenza di quanto avviene ordinariamente, saranno soggetti a procedura valutativa con graduatoria, secondo quanto disposto dall'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n 123 "Disposizioni per la razionalizzazione degli interventi di sostegno pubblico alle imprese".Per la scelta dei progetti sarà adottata una griglia di valutazione per priorità che tengano conto della "consistenza numerica dei capi di bestiame, delle specificità territoriali, con particolare riguardo alle aree di montagna, e dell'esigenza di adottare iniziative volte a favorire l'imprenditoria giovanile, nonché di promuovere la qualità dei prodotti made in Italy" è scritto nell'articolo 3 del decreto.
Eventuali avanzi di gestione del Fondo nazionale latte ovino restano vincolati e potranno essere reimpiegati solo per altri bandi sempre per il settore ovino, anche previa integrazione del fondo con altre risorse.