Ente che dovrà essere costituito per legge regionale e con il quale si intende promuovere la tutela della pastorizia sarda.
Lo scopo ultimo è quello di attuare una tracciabilità di filiera trasparente, ma per farlo occorre cominciare dalle basi: contratti scritti tra allevatori e trasformatori, per andare poi al superamento dell'accordo quadro sul prezzo del latte. E con la conferma dell'importanza del ruolo dell'Organismo interprofessionale del latte ovino sardo, che emerge verso la fine di questo scambio di battute.
Ha detto che intende realizzare il nuovo ente per legge regionale. E' possibile già leggerne il progetto per poterne discutere?
"Al momento no, perché non è ancora andato in giunta. Stiamo verificando alcuni aspetti giuridici, ma il focus è il seguente: applicheremo il regolamento (Ue) n. 1308/2013, il che significa che non si potrà vendere il latte sotto i costi di produzione, e ci saranno accordi scritti tra le parti. E su questo discorso poi va innestato quello della tracciabilità di tutta la filiera ovina sarda: questo è il vero cambiamento".
Mi faccia capire, questa è in sintesi la mission del nuovo ente, ma continuerete a prevedere comunque un accordo quadro come quello del marzo scorso sul prezzo del latte?
"No, i produttori e i trasformatori dovranno rispettare il Regolamento Ue".
Quindi libero mercato, ma trasparente?
"Libero, ma nel rispetto del regolamento comunitario. E' questa del resto la condizione necessaria per iniziare: stiamo predisponendo il sistema informatico per la tracciabilità del prodotto e del venduto".
Sulla tracciabilità del latte ovino è anche in cantiere il decreto ministeriale di attuazione dell'articolo 3 della legge 44/2019 sulle emergenze in agricoltura, non si rischia il doppione?
"Al momento quel decreto è bloccato per motivi nei quali preferisco non entrare: la Regione autonoma della Sardegna intanto inizia a tracciare tutta la sua filiera ovina entro i confini regionali, poi allo Stato toccherà sicuramente fare la sua parte per completare il quadro a livello nazionale, visto che esistono filiere ovine importanti anche in altre regioni".
Il regolamento Ue 1308/2013 è lo stesso che prevede anche gli organismi interprofessionali: Oilos, a questo punto, che ruolo finirà per avere?
"Oilos non è mai partito. Il presidente si è dimesso. Attendiamo la nuova nomina. Non ci sostituiremo all'organismo interprofessionale che dovrà svolgere il proprio ruolo, spero in tempi brevi".
AgroNotizie registra una prima reazione di Confagricoltura sul progetto di legge, è un'apertura di credito, un'intenzione di collaborazione, ma esprime anche un timore: che possa diventare una norma calata dall'alto, cosa ne pensa?
"Intanto non è un disegno di legge ma un progetto di legge. Ossia presentato dall'assessore e approvato dalla giunta. Poi andrà in consiglio regionale dove si apriranno le discussioni con tutti gli attori della filiera. Quindi potrà essere migliorata con il supporto di tutte le parti. Maggioranza e opposizione. Quindi Confagricoltura come le altre organizzazioni sarà sentita in commissione agricoltura. Potrà dire la sua. Alla fine delle interlocuzioni ci sarà la definitiva stesura che sarà approvata dal consiglio regionale. Quindi va da se che non è e non sarà una norma calata dall'alto".
Altre novità in arrivo?
"Il progetto di legge prevede un insieme di misure per il rilancio della filiera e per il supporto alla diversificazione nella trasformazione e alla commercializzazione, formazione per i casari, costituzione di Organizzazioni di produttori e tanto altro. Complessivamente, con questa operazione, puntiamo a dare regole certe alla filiera ovicaprina della Sardegna, regole che sono da sempre mancate, favorendo il fatto che il prezzo lo fanno i trasformatori, e non, come invece dovrebbe essere, i produttori di latte. Uno stravolgimento delle regole di mercato al quale intendiamo porre rimedio".