Rapid visual pregnacy test. E' questo il nome dell'innovativo test rapido prodotto e commercializzato dalla Idexx per identificare, già a partire dal 28° giorno dopo la fecondazione, se la bovina è vuota e poter correre così ai ripari. Basta un prelievo di sangue e il più è fatto: in base ai livelli delle glicoproteine associate alla gestazione - un marker altamente specifico dello stato gravidico - questo saggio Elisa vi dirà con assoluta affidabilità se la vacca è da rifecondare.

Ad utilizzarlo è anche Cirio agricola, l'allevamento casertano di proprietà di Carlo e Andrea Benetton che con i suoi 21 milioni di litri di latte vaccino conferiti annualmente è la prima realtà produttiva a livello nazionale. "In azienda - spiega Paolo Grendene, amministratore delegato di Cirio agricola - la prima fecondazione dopo il parto è da sempre oggetto di uno specifico programma di sincronizzazione. Rimaneva da gestire il problema della vacca vuota, motivo per cui dall'inizio di quest'anno stiamo utilizzando l'Rvpt della Idexx. Un test che ci permette di identificare con un elevato livello di sicurezza le bovine non gravide e di reinserirle immediatamente nel protocollo di trattamento ormonale".

Se prima di quest'anno era infatti un veterinario ginecologo a recarsi in azienda per identificare a trentacinque giorni dalla fecondazione e tramite palpazione rettale o, se necessario, con l'aiuto dell'ecografo, le vacche gravide e quelle da rifecondare, oggi c'è l'Rvpt. "Il sangue delle vacche da testare - fa notare il nostro interlocutore - viene comunque prelevato a trentacinque giorni dall'intervento fecondativo. Questo perché abbiamo constatato come tra il 28° e il 35° giorno ci sia comunque un'elevata probabilità che la gravidanza si interrompa. Per cui preferiamo aspettare qualche giorno in più, ma avere indicazioni più affidabili".

Dopo il test le vacche diagnosticate vuote vengono immediatamente sottoposte alla stimolazione ormonale, mentre quelle gravide vengono affidate alle attenzioni dei tre veterinari interni all'azienda, incaricati di verificare lo stato della gravidanza in tre successivi step (a 60, 120 giorni e prima della messa in asciutta). "Il vantaggio principale dell'Rvpt - osserva Grendene - è che rappresenta un metodo diagnostico obiettivo, che dà risultati attendibili e ripetitivi, del tutto indipendenti dalla sensibilità manuale del veterinario e non suscettibili all'errore umano. Si tratta inoltre di uno strumento perfettamente inseribile in un protocollo aziendale. Un aspetto, questo, che da noi è fondamentale: Cirio agricola è un'azienda dai grandi numeri, dove avvengono quasi 2mila parti all'anno. E' quindi logico che dobbiamo avere un'organizzazione ferrea, seguire precisi protocolli e dotarci di strumenti utili a tal fine".

E quando gli chiediamo se quella dell'Rvpt è una scelta che consiglia anche ad altri allevatori, "per ora - risponde - sono molto soddisfatto del test, che si inserisce perfettamente nella nostra logica di management della mandria. Il mio consiglio - conclude Grendene - è di agire con metodo: come per qualsiasi altro investimento occorre chiarire quali sono i propri obiettivi e valutare ogni innovazione in termini di rapporto costo/beneficio".

Paolo Grendene, amministratore delegato di Cirio agricola
Per Paolo Grendene, amministratore delegato di Cirio agricola, Rvpt rappresenta un metodo diagnostico obiettivo, che dà risultati attendibili e ripetitivi, non suscettibili all'errore umano

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Da Caserta ci spostiamo alle Fattorie San Prospero, una moderna stalla da Parmigiano Reggiano con 210 Frisone in lattazione alle porte di Correggio (Re), dove il proprietario, Francesco Melli, sta utilizzando l'Rvpt per rendere il management della stalla ancora più efficace e tempestivo, ma non solo. "Oggi avere ottima genetica e una buona alimentazione - spiega Melli - non basta più. Occorre ottimizzare la carriera riproduttiva delle bovine e trovare tutte le soluzioni gestionali per ridurre al massimo i giorni vuoti, che a fine anno gravano pesantemente sul bilancio aziendale".

Nella stalla di Melli le vacche sono sottoposte ad un protocollo riproduttivo e il test Idexx è entrato a far parte della routine, per verificare tempestivamente se al 28° giorno la vacca è rimasta gravida o meno, risparmiando cinque giorni rispetto ai classici sistemi: "è veramente un test di campo, facile da eseguire e da interpretare, che non richiede attrezzature particolari per la lettura dei pozzetti. Lo effettuiamo 3-4 volte alla settimana, nella massima semplicità e rapidità, ma oltre a ciò lo trovo uno strumento importante per migliorare l'autonomia aziendale, far crescere professionalmente il personale di stalla a cui è affidato l'Rvpt e rendere i miei collaboratori ancora più partecipi e coinvolti nel loro lavoro. Bastano poche gocce di sangue e in pochi minuti sappiamo se la vacca è gravida o meno. E se non lo è, possiamo riprogrammare subito un nuovo intervento fecondativo, riducendo il danno economico che altrimenti dovremmo subire.
Il veterinario continua ad essere fondamentale, non è certo il test che lo esautora, e a sessanta giorni effettua la sua visita per controllare l'andamento della gravidanza, così come faceva prima"
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Marco Rapaggi, capostalla delle Fattorie San Prospero
E' Marco Rapaggi, il capostalla delle Fattorie San Prospero, ad eseguite il test Rvpt in allevamento
 
Ma se tra gli allevatori che utilizzano l'Rvpt il livello di gradimento è elevato, cosa ne pensano i veterinari? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Beltrami, zooiatra oggi alle dipendenze di una nota cooperativa mangimistica, vicepresidente della Sib (Società italiana di buiatria) nonché allevatore di vacche da latte. "Trovo che l'Rvpt - afferma Beltramisia un valido strumento, che opportunamente integrato alle visite quindicinali o anche settimanali del veterinario e ai piani di sincronizzazione, sia utile all'allevatore per una buona gestione della fertilità in stalla. Utilizzato per le diagnosi di non gravidanza a 28 giorni dalla fecondazione, può infatti consentire di abbassare il numero di giorni aperti, accorciare l'intervallo parto-concepimento, migliorare gli altri parametri relativi alla fertilità e individuare tempestivamente gli animali-problema. Grazie al test l'allevatore ha meno costi e più guadagni, l'obiettivo numero uno di qualsiasi imprenditore".

"Ma consiglio l'Rvpt - continua Beltrami - anche ai miei colleghi veterinari perché rappresenta un metodo ad elevata attendibilità, tempestivo e veloce per diagnosticare le vacche vuote. Non devi più visitare la vacca e questo ti permette di concentrarti su altri aspetti dell'allevamento o investire il tempo risparmiato su altre aziende. Vorrei anche evidenziare - puntualizza Beltrami - un altro aspetto. Non è vero che l'impiego dell'Rvpt sia in antitesi con il ricorso al medico veterinario. E' semmai vero il contrario: grazie a questo test l'allevatore ha infatti ancora più bisogno del buiatra. Che potrebbe addirittura istituire un nuovo servizio, basato sul ritiro dei campioni di sangue una o due volte alla settimana, immediato espletamento del test e invio dei risultati al cliente tramite e-mail o whatsapp. E se il lunedì e il giovedì viene fatto il test, il martedì e il venerdì il buiatra si reca dal cliente per le sincronizzazioni".

Grazie all'Rvpt, le vacche vuote oggi non fanno più paura.
 
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