Si è svolta lo scorso 25 ottobre 2016, a Roma presso la sala Isma del Senato, la conferenza "Allevamento di conigli in Italia: nuove soluzioni dal benessere animale".
Organizzata da Ciwf Italia in collaborazione con la senatrice del Pd Silvana Amati, è stata l'occasione per discutere lo stato della coniglicoltura italiana e le opportunità che il miglioramento del benessere animale può rappresentare come rilancio per il settore.

Presenti i maggiori portatori di interesse del settore cunicolo, dai rappresentanti degli allevatori, alla Gdo, oltre a esponenti del ministero della Salute e del ministero delle Politiche agricole.
Dopo l'intervento di Silvana Amati, che ha salutato il folto gruppo di portatori di interessi presenti, sono intervenuti: Ugo Santucci - ministero della Salute, Giovanni Di Genova - ministero delle Politiche agricole, Gian Luca Bagnara - presidente AssoaviElisa Bianco - responsabile Settore alimentare di Ciwf, Zeno Roma - allevatore di conigli, Ricarda-Maria Heydemyer - dirigente BreFood.
L'incontro è stato moderato da Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia Onlus.

Un settore in difficoltà
Nonostante non esistano dati concordanti e omogenei sul numero di capi allevati e sul fatturato, è emerso che il settore cunicolo sta affrontando un momento di difficoltà. Secondo l'Istat, in Italia nel 2015 sono stati allevati 21 milioni di conigli, per un fatturato di 350 milioni di euro (dati Cia 2014).

L'Italia, fino a pochi anni fa leader europeo del settore, ha perso il proprio primato produttivo, subendo la competizione di Francia e Spagna. La crisi oggi è ulteriormente aggravata dalla competizione con le importazioni.

Gabbie di batteria che limitano il benessere animale
Nel nostro paese la stragrande maggioranza dei conigli è allevata in gabbie di batteria, in cui gli animali non hanno neanche lo spazio per muoversi, alzarsi sulle zampe posteriori e distendersi lateralmente.
Questo pregiudica gravemente il loro benessere e non vi è nessuna legislazione specifica a tutelarli, cosa che invece accade in altri paesi come il Belgio, la Germania, i Paesi Bassi e la Svizzera.

I bisogni dei consumatori
Con queste premesse l'incontro è stato quindi un'occasione per ribadire, così come emerso dal recente Eurobarometro sul benessere animale, che i consumatori sono estremamente interessati al modo in cui gli animali sono allevati e che sono disposti a spendere di più per un prodotto rispettoso degli animali.
Il benessere animale è, anche per questo, un fattore imprescindibile per la qualità dei prodotti di origine animale.

Più benessere e sostenibilità
Gli interventi dell'allevatore italiano Zeno Roma e della dirigente dell'azienda tedesca BreFood Ricarda-Maria Heidmeyer, hanno mostrato come esistano alternative alle gabbie che siano rispettose del benessere degli animali e anche sostenibili su scala commerciale, in cui i conigli hanno più spazio per muoversi e saltare, sollevarsi sulle zampe posteriori, distendersi lateralmente e nascondersi.

Etichette per i prodotti di qualità
Ma se il consumatore apprezza la qualità, questa deve essere ben riconoscibile su un'etichetta affidabile. I regimi di qualità, laddove la qualità non prescinde dal benessere animale, possono essere uno strumento importante per differenziare chiaramente i prodotti delle aziende che hanno avviato una transizione verso sistemi che producono con più benessere.

Necessario un coordinamento
Perché questo accada, però, è necessaria la collaborazione di tutti gli attori, il ministero delle Politiche agricole, le associazioni degli allevatori e dei produttori, la grande distribuzione, insieme con la società civile.

Dichiara Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia Onlus: "Questa prima conferenza sull'allevamento cunicolo è stata un evento molto importante, in cui è emerso a chiare lettere che la filiera cunicola italiana può risollevarsi dalla crisi in cui versa solo investendo nel benessere animale e che questo benessere è garantito solo dai sistemi senza gabbie.
Perché questo accada, Governo e Parlamento, ognuno per la sua parte, devono vagliare misure efficaci per sostenere e promuovere l'adozione dei sistemi alternativi alle gabbie da parte dei produttori".

"Anche la Gdo
- continua Annamaria Pisapia - deve fare la sua parte, nel rendere disponibili prodotti da conigli non allevati in gabbia che siano facilmente riconoscibili ai cittadini, come già avvenuto in altri paesi europei. Come Ciwf veglieremo e faremo tutto il possibile affinché quanto prospettato trovi presto una implementazione concreta. Per gli animali, per i consumatori, e anche per i produttori stessi".  

Elisa Bianco, responsabile del Settore alimentare di Ciwf, afferma: "La grande partecipazione al nostro incontro da parte di molti grandi attori e operatori del settore cunicolo italiano è stato per noi un segnale importante di interesse verso il futuro di questa realtà produttiva.
Si tratta di un settore che sta attraversando un momento di difficoltà, ed è fondamentale che si scelga la direzione giusta verso cui indirizzarsi, preferendo investimenti che siano longevi e in grado di rispondere alle richieste dei consumatori.
Come sta dimostrando il caso delle uova, i consumatori non vogliono gabbie per l'allevamento, né arricchite né di batteria, e ci auguriamo che il settore cunicolo prediliga guardare direttamente a sistemi alternativi maggiormente rispettosi del benessere degli animali"
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