Lo Zingiber officinale, più comunemente conosciuto come zenzero, è una pianta consumata in Europa da molti anni, soprattutto per la produzione di bevande, ma negli ultimi tempi sta avendo un boom inaspettato. Come abbiamo scritto in questo articolo sui superfood il suo consumo, grazie ai programmi tv di cucina e alle mode salutistiche, è aumentato del 72% tra il 2016 e il 2017.

Oggi il maggiore produttore è la Cina, ma anche in Sud America, India e Nigeria ci sono ampie coltivazioni. E in Italia è possibile coltivarlo? La risposta è sì, come ha dimostrato Pietro Ferri, titolare dell'azienda agricola La Libellula di Arcene (in provincia di Bergamo), tra le prime a fare insalate per la quarta gamma quasi dieci anni fa.

"Ho iniziato a produrre zenzero tre anni fa su richiesta di mio figlio, che ha un banchetto di prodotti freschi nei mercatini a chilometro zero ed è attento alle tendenze dei consumatori", spiega ad AgroNotizie Ferri. "In Italia la richiesta è sempre maggiore, ma c'è un buco di mercato, perché non c'è zenzero fresco, prodotto in Italia. Viene tutto importato da fuori l'Unione europea".


Dettaglio del sistema di irrigazione dello zenzero
Dettaglio del sistema di irrigazione dello zenzero
(Fonte foto: La Libellula)


I consumatori apprezzano lo zenzero de La Libellula, anche perché l'origine italiana è sinonimo di qualità e attenzione alla produzione. Il primo anno il raccolto è stato piccolissimo, sperimentale. L'anno scorso sono stati prodotti 400 chili, quasi tutti venduti al mercatino che si tiene il sabato alla Cascina Carlinga di Curno (Bergamo). E quest'anno la produzione si è espansa ancora.

"Il primo materiale vegetale lo abbiamo ottenuto alcuni anni fa da produzioni biologiche in Sud America", spiega Ferri. "Da quest'anno, grazie ad una partnership con un laboratorio di ricerca, possiamo vantare di avere un seme certificato, esente da batteriosi e virosi. Un plus che ci dà una marcia in più sul mercato".

Lo sbocco commerciale rimane quello dei mercatini a chilometro zero, dove l'agricoltore riesce a spuntare un prezzo superiore rispetto a quello corrisposto dalla Gdo. All'ingrosso il prodotto convenzionale resta sotto i due euro al chilo, qualcosa di più per il biologico. Mentre il prodotto locale, se venduto direttamente al consumatore, può più che raddoppiare.

La figlia di Pietro Ferri con in mano una pianta di zenzero
La figlia di Pietro Ferri con in mano una pianta di zenzero
(Fonte foto: La Libellula)

Ma ad essere interessato è anche il settore farmaceutico, che preferisce approvvigionarsi di prodotto in Italia, all'interno di una filiera controllata, piuttosto che importare prodotti da fuori l'Unione.

Coltivare zenzero in Italia è possibile, anche se non c'è una prassi agronomica consolidata a cui fare riferimento. La propagazione avviene attraverso il rizoma, la radice che poi viene anche commercializzata. Le piante vengono messe a dimora all'inizio della primavera in serre a tunnel e le radici vengono raccolte a fine ottobre-inizio novembre. La pianta ama il caldo e deve avere a disposizione abbondante acqua. Non ci sono parassiti o malattie particolari che attaccano lo zenzero. Il fatto di essere una coltura 'nuova' ha lo svantaggio che praticamente nessun agrofarmaco è registrato.

I segreti imparati in questi tre anni di sperimentazione, Ferri preferisce non divulgarli. "E' una coltura di nicchia e grazie al fatto che il nostro prodotto è locale e che siamo praticamente gli unici a farlo riusciamo a spuntare prezzi ottimi. L'anno prossimo aumenterò la superficie coltivata e l'esperienza acquisita è ciò che voglio lasciare in eredità ai miei figli".