Più stabilità al prezzo del risone nelle varietà Carnaroli, Arborio e Ribe, le varietà "storiche" della risicoltura italiana. E' questo l'obiettivo dell'accordo siglato da Riso Gallo e i risicoltori. Per limitare le variazioni di prezzo del risone l'azienda ha investito 30 milioni di euro per tutelare la filiera italiana del riso attraverso contratti triennnali a prezzo fisso con i produttori italiani.

Riccardo Preve, direttore generale di Riso Gallo ha sottolineato che l'obiettivo della strategia aziendale è quello di evitare il rischio che i produttori agricoli si disaffezionino, per effetto del calo dei prezzi, alla coltivazione delle varietà storiche italiane come Arborio, Carnaroli e Ribe. "Naturalmente - ha ricordato Preve -, la qualità ha un costo e noi ne siamo assolutamente consapevoli: noi siamo da sempre pronti a riconoscerlo, perché amiamo lavorare in Italia insieme a produttori italiani. Il risultato è un prodotto che rende onore alla tradizione gastronomica del nostro Paese. E’ il patrimonio della nostra terra e ci impegneremo anche in futuro per garantirne le caratteristiche che lo rendono unico" .

L'azienda ha quindi pensato ad un'intesa che rispetti le esigenze di entrambe le parti. "Il sistema di contrattazione del risone in Italia - ha dichiarato Preve -, ancora fortemente incentrato sulle borse merci, incentiva la speculazione da ambo le parti, e per questo, per le varietà storiche e per la nostra marca è inadeguato".
 
Negli ultimi anni, infatti, il costo di questa materia prima ha subito oscillazioni notevoli, che si sono dimostrate non solo eccessive ma anche deleterie sia per i risicoltori sia per le aziende risiere. Emblematico è l’esempio del prezzo del Carnaroli, che ha subito una straordinaria fluttuazione: dal prezzo di tre anni fa di 30 euro/quintale ai 100 euro dell’estate 2016, per arrivare ai 40 euro di quest’anno. Sono tante le variabili che intervengono nel determinare la quotazione di una tipologia di riso: dalla disponibilità di merce, alla richiesta del mercato, alla qualità. Ma oscillazioni così significative rendono impossibile una gestione orientata al medio-lungo termine. Negli scorsi anni Riso Gallo aveva già avviato una sperimentazione per limitare l’oscillazione dei prezzi siglando contratti simili con la Coldiretti.

Ora l’azienda lomellina ha implementato questo approccio con un numero importante di agricoltori, firmando un accordo che stabilizza il prezzo per ben tre anni e raggiungendo così l’obiettivo che si era data: definire un prezzo fisso in funzione della media dei prezzi delle ultime annate e delle condizioni di mercato.
 

I vantaggi

Tra i vantaggi offerti dall'accordo vi sono, oltre alla stabilità anche la programmazione per entrambe le parti a medio-lungo termine, limitando così il problema dell'attuale volatilità dei mercati. In particolare in questo momento il risicoltore che ha scelto questa soluzione per la vendita dei propri raccolti, godrà di un vantaggio medio pari al 35% del prezzo di mercato attuale. L’accordo ha inizio a partire dal raccolto 2017 ed è prevista una durata di tre anni: terminerà col ritiro di tutto il risone raccolto nel 2019.

I contratti triennali, insomma, si dimostrano vantaggiosi per tutti: per i risicoltori in primis, certi di collocare il risone raccolto o parte di esso, potendo scegliere di dedicare anche solo parte della produzione per limitare gli effetti della volatilità; per i risicoltori e l’industria, che possono così effettuare una programmazione a medio-lungo termine grazie alla riduzione del "rischio oscillazione" dei prezzi; infine, anche per il consumatore, che potrà contare nel lungo termine su un prezzo al pubblico più stabile.

Il vantaggio fondamentale dato dalla firma di un accordo di questo tipo è rappresentato dalla creazione di una filiera che tuteli tutta la risicoltura italiana.