Si tratta di un nuovo protocollo di produzione che attraverso l'impiego di un particolare ibrido di mais (l'Sy Brabus) e all'irrigazione a goccia, aumenta la produzione e diminuisce l'utilizzo di acqua (meno 60%) e di fertilizzanti fosfati e azotati (meno 30%).
Per gli agricoltori italiani è un progetto che offre prospettive interessanti visto che il nostro Paese soffre di due problemi: una produzione limitata e di qualità non sempre alta. Per supportare il suo settore zootecnico e agroalimentare l'Italia importa il 40% del mais di cui ha bisogno. Nel 2000 la percentuale era del 4%. La Pianura Padana è il centro di questa coltivazione che però negli ultimi anni ha visto un lento declino in termini di superfici coltivate, mentre gli sforzi degli agricoltori non sono stati ricompensati da adeguate quotazioni sul mercato.
“In pianura l'aria circola poco e in annate particolarmente siccitose o con forti precipitazioni la qualità e la quantità di mais prodotto ne risente - spiega Andrea Reyneri, professore del dipartimento di Agronomia dell'Università di Torino - Le condizioni ambientali non favorevoli possono portare le piante di mais a stress idrici che ne diminuiscono la qualità, così come lo sviluppo di malattie”.
Nel 2015 si prevedono problemi, causati da siccità e temperature elevate, dovute al Marciume da aspergillus e da fusarium che impongono una questione sanitaria. Così come la piralide, che causa lo sviluppo della fumonisina.
Mais meno pregiati possono essere venduti solo per l'alimentazione animale o addirittura solo per la produzione di biocombustibili. E i prezzi ovviamente variano di conseguenza, con una differenza di quasi il 50% tra un mais destinato all'uso alimentare umano e uno destinato al settore energetico.
“Ciò che dobbiamo fare è sostenere la produttività, aumentare l'efficienza e potenziare la difesa delle colture - continua Reyneri - Il tutto in un contesto di cambiamenti climatici che nel 2003 e nel 2015 ci hanno regalato degli anni terribili”.
“Il progetto Combi Mais risponde a queste sfide”, spiega Mario Vigo, presidente di Innovagri, che insieme al fratello Alberto ha implementato il protocollo nell'azienda Folli di Mediglia. “Il settore nel 2015 ha registrato un calo produttivo del 25%, con Combi mais abbiamo avuto una crescita del 3% rispetto al 2014. Siamo orgogliosi perché il progetto è stato l'unico del settore ad essere scelto dal ministero dell'Agricoltura per Expo 2015”.
Il protocollo di produzione si basa su diversi fattori. Prima di tutto l'utilizzo di un particolare ibrido, fornito da Syngenta, con un livello produttivo superiore. Le piante vengono poi irrigate con un sistema a goccia prodotto dalla Netafim e nutrite attraverso la fertirrigazione e la distribuzione di fertilizzanti ad alta efficienza con macchine agricole di ultima generazione. Tra i partner, anche Unimer, per la concimazione organo minerale, Cifo per la concimazione fogliare, Kuhn per la fornitura delle macchine di precision farming, Same Deutz-Fahr, per la fornitura della trattrice e la Banca popolare di Lodi.