Ai sistematici è nota come Phelipanche ramosa (L.) Pomel, ma il suo nome generico è Orobanche ramosa. Trattasi di pianta annua presente in diverse regioni d'Italia e che cresce come parassita, soprattutto su piante coltivate come il pomodoro, sedano, melanzana, peperone, varie insalate, finocchio, leguminose e tante altre ortive, ma a volte anche su piante spontanee, sui cigli erbosi delle strade e nei prati. La pianta è infatti priva di clorofilla e ricava tutta l'energia dalle radici delle piante ospiti.

In tema di Orobanche, L.E.A., in collaborazione con i Consorzi fitosanitari di Parma e Piacenza, con il Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili (DI.PRO.VE.S.) dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, nonché con il professor Montemurro dell'Università di Bari, hanno proseguito nella sperimentazione in campo finalizzata al controllo di Orobanche. In parallelo nel corso del 2017/2018, presso le strutture del CNR-ISPA, sono proseguite le ricerche con prove sperimentali di laboratorio e in ambiente controllato.
 

La proposta di L.E.A.

Orodem è prodotto e commerializzato da L.E.A., società modenese, ed è un fertilizzante a base di zinco e di estratti di sostanze vegetali. Orodem, somministrato tramite fertirrigazione, stimola l'emissione di nuove radici rendendo l'apparato radicale più resistente agli stress biotici ed abiotici del suolo.

Inoltre, Orodem crea nel suolo delle particolari condizioni che possono inibire naturalmente la germinabilità dei semi di alcune specie di infestanti parassite, che vivono a spese delle radici delle colture orticole.
Orodem si può impiegare su tutte le colture orticole ed è autorizzato in agricoltura biologica.
 

Modalità di applicazione

Orodem deve essere distribuito nell'ultima fase dell'irrigazione, questo per evitare la lisciviazione del prodotto e quindi il corretto assorbimento del prodotto da parte dell'apparato radicale.