L’olivicoltura italiana si trova oggi ad un punto di svolta.
Da un lato c’è l’antica tradizione olearia fatta di paesaggi emozionanti, di olivi secolari, di oli pregiati e profumati che da sempre accompagnano la nostra cucina, dall’altro lato, c’è l’olio prodotto in grande quantità in impianti super-intensivi di paesi come la Spagna e il Portogallo.
E’ evidente che si tratta di un prodotto generico, senza caratteristiche particolari e dal prezzo molto contenuto, ma gli ingenti quantitativi prodotti determinano un abbassamento del prezzo dell’olio di oliva a livello internazionale.
In questo contesto, capita che olivicoltori italiani si trovino a produrre olio dalle eccellenti caratteristiche, che tuttavia non trova un adeguato riscontro economico dal mercato.
La tentazione può essere quella di ridurre i costi di produzione, banalizzando gli interventi di potatura e minimizzando o addirittura eliminando la fertilizzazione e i trattamenti di difesa fitosanitaria.
Così facendo però, oltre al rammarico di aver maltrattato il proprio uliveto, si creano le condizioni per compromettere le produzioni future, limitarne la qualità ed accentuare il fenomeno dell’alternanza.
La scelta migliore per l’olivicoltura italiana è quella di evitare le logiche dei grandi volumi a basso costo, e di impiegare le risorse disponibili per esaltare, e quindi diffondere a livello internazionale, la tipicità dei nostri prodotti.
L’esempio è quello di molte aziende italiane, che con successo, offrono al mercato prodotti dalle caratteristiche eccezionali e percepiti come insostituibili, realizzati grazie alla particolarità delle cultivar impiegate e con l’attenta gestione di tutti gli aspetti agronomici: difesa, gestione irrigua e nutrizione.
Impianto di olivi secolari
Per ottenere abbondanti produzioni e per massimizzare la resa in olio, è necessario fornire all’olivo tutti gli elementi fertilizzanti necessari, e nella corretta proporzione.
Nitrophoska® super 20-5-10 ne è la dimostrazione tangibile, infatti, è così performante e apprezzato dagli olivicoltori italiani, proprio per il perfetto rapporto tra azoto, fosforo, potassio e microelementi e per l’elevata solubilità dovuta all’impiego di materie prime selezionate.
L’impiego di potassio esclusivamente da solfato, oltre ad apportare zolfo, elemento fondamentale per il metabolismo della pianta, contribuisce a mantenere bassa la salinità del terreno che è favorita dall’ambiente tipicamente arido dell’oliveto.
La granulometria sempre costante, e l’assenza di polvere, rendono la distribuzione precisa ed agevole in tutte le situazioni, anche quando viene effettuata manualmente.
Su terreni sciolti, dilavati o con forte reazione alcalina, è particolarmente indicato l’impiego dell’innovativo Entec® perfect 14-7-17, complesso NPK con potassio da solfato di produzione originale BASF.
Entec® perfect oltre a conservare tutte le peculiarità di Nitrophoska® super, ha in più l’inibitore della nitrificazione 3,4 DMPP, che regola la trasformazione dell’azoto ammoniacale in azoto nitrico. Il vantaggio che ne deriva, è un aumento nell’efficienza di utilizzo dell’azoto da parte della pianta, e una forte riduzione delle perdite per dilavamento dell’azoto nitrico.
Quello che rende Entec® perfect molto indicato nei terreni alcalini e calcarei, è la sua naturale tendenza ad acidificare la rizosfera, questo migliora la disponibilità di elementi come il fosforo e il ferro, che in condizioni di alcalinità sono spesso in forma non assimilabile.
Nitrophoska® super ed Entec® perfect, diverse strategie di K+S Nitrogen per un solo obiettivo:
la migliore risposta produttiva dell’oliveto.
Concimi minerali complessi NPK a basso titolo in cloro
con potassio da solfato e microelementi
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