Questi sono solo alcuni degli obiettivi del protocollo d'intesa sulla riduzione dell'utilizzo dei fitosanitari nelle risaie, siglato il 14 giugno 2016 a Torino fra assessori all'Agricoltura e all'ambiente della Regione Piemonte, Autorità di bacino del fiume Po, Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente del Piemonte, Ente nazionale risi, Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell'Università di Torino, Federazione interregionale degli ordini dei dottori agronomi e forestali del Piemonte e Valle d'Aosta, Federazione regionale coltivatori diretti del Piemonte, Confederazione italiana agricoltori del Piemonte, Confagricoltura del Piemonte, Agrofarma-Federchimica.
Il documento, inoltre, si pone la finalità di favorire la conoscenza e la diffusione dei dati sulla qualità ambientale delle risorse idriche in area a vocazione risicola, migliorare e coordinare, in base alle misure previste dal Psr, il sistema di formazione ed informazione degli utilizzatori professionali, i distributori, i consulenti, sensibilizzando quanti più operatori possibili sull'importanza di adottare le buone pratiche agricole di riferimento come veicolo di miglioramento, sia per le attività d'impresa che per l'ambiente.
Fra gli obiettivi anche la tutela e la valorizzazione degli elementi di biodiversità presenti in area risicola. A tal fine saranno individuati dei siti dimostrativi in cui siano state già adottate con successo modalità di gestione sostenibili dal punto di vista ambientale.
Non sarà trascurata la ricerca scientifica per individuare soluzioni tecniche e gestionali innovative in merito ad emissioni, salubrità del prodotto, utilizzo razionale dell'acqua.
Attraverso il monitoraggio ambientale delle acque, i dati rilevati saranno interpretati come indicatori a medio-lungo termine dell'efficacia delle misure attuate.
"La nostra risaia ha già smesso di essere un luogo di utilizzo eccessivo di prodotti chimici, come dimostra il proliferare della fauna" commenta l'assessore all'Agricoltura Giorgio Ferrero.
"Questo protocollo segna un altro passo avanti per un ulteriore miglioramento dell'ambiente in cui cresce il riso piemontese. Questo a garanzia della qualità del riso, non solo per la salute dei coltivatori e dei cittadini, ma anche come strumento che aiuta la penetrazione sul mercato del riso piemontese".