Il progetto, condotto da Asl Toscana centro nella provincia di Pistoia e finanziato dalla regione con 195mila euro, durerà tre anni e si concluderà nel giugno 2022, quando verranno diffusi i risultati.
L'attività florovivaistica interessa, com'è noto, una parte molto estesa del territorio della provincia di Pistoia, e rappresenta una delle principali voci dell'economia, offrendo consistenti opportunità occupazionali e di reddito.
Una attività che vede quasi 1.500 aziende attive, su 5mila ettari, con 3.600 lavoratori più altri 3mila impiegati nell'indotto, e che garantisce un fatturato, in crescita, di oltre 600 milioni di euro l'anno, un terzo di tutto il fatturato agricolo regionale.
Una realtà che per concentrazione geografica e intensità è praticamente unica al mondo. Perciò anche l'indagine epidemiologica sull'impatto ambientale e sanitario che sta per iniziare è di interesse e livello non solo locale, ma internazionale, visto che va a valutare uno dei più importanti e peculiari centri vivaistici del mondo.
Una attività lavorativa che, come ha ricordato l'assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi, prevede un uso intensivo di prodotti fitosanitari, con un potenziale impatto ambientale e sanitario.
L'esposizione ai fitosanitari infatti interessa direttamente chi lavora nelle aziende florovivaistiche, ma in modo diretto o indiretto anche la popolazione che abita nelle vicinanze. E per questo, ha spiegato l'assessore, la Regione Toscana ha deciso di sostenere e finanziare questo progetto, che potrà dare risultati interessanti e utili a indirizzare l'attività florovivaistica nella direzione migliore per la salute e per l'ambiente.
Nel corso di questi tre anni verrà monitorata la salute dei lavoratori, con particolare riferimento al rischio chimico, agli andamenti delle malattie professionali e dei problemi sanitari.
Verranno identificate tutte le attività produttive vivaistiche, verrà anche censita la porzione di territorio e le abitazioni ad uso civile interessate dall'attività e sarà fatto un monitoraggio dell'uso di fitofarmaci nelle aziende.
Alla fine i risultati verranno resi pubblici su uno spazio web dedicato. Sono previsti anche due momenti di diffusione dei risultati, uno a carattere scientifico, uno a carattere mediatico.
Il progetto rappresenta anche un'attività di indagine molto preziosa ai fini della tutela ambientale e della salute umana, come ha dichiarato l'assessore regionale all'Ambiente Federica Fratoni, nonché di un tassello essenziale del patto che la Regione Toscana sta definendo con il Distretto vivaistico e l'associazione vivaisti italiani per orientare sempre più la produzione verso i principi della sostenibilità.
"Le imprese – ha continuato Fratoni – chiedono oggi alle istituzioni di essere supportate in questo percorso poiché costituisce un'opportunità concreta di miglioramento delle proprie produzioni e un accrescimento della competitività del comparto. Per questo porteremo avanti il tavolo di confronto con le aziende, i comuni, le università e le associazioni ambientaliste, perché solo attraverso un patto che responsabilizzi tutti i soggetti coinvolti è possibile conseguire risultati tangibili".
Fin dal 2005, il Centro di riferimento regionale prevenzione, igiene e sicurezza nel florovivaismo della Asl Toscana centro ha condotto valutazioni sulla diffusione dell'uso dei fitofarmaci in ambienti di lavoro vivaistico e sulla sicurezza degli addetti, in campioni di aziende del settore.
Ma negli oltre 10 anni di attività, la principale criticità è stata la parziale e incostante partecipazione delle aziende e la difficoltà ad accedere alle banche dati dei registri dei fitosanitari. Anche gli studi sulla salute degli addetti dei vivai hanno registrato alcune difficoltà per completezza e qualità dei dati.
Ora invece dalle aziende del settore è emersa la volontà di favorire l'accesso ai propri archivi sugli esposti occupazionali e sull'uso dei fitosanitari. E l'aumentata sensibilità della popolazione ai temi ambientali e sui rischi della contaminazione da fitosanitari pone la comunità pistoiese di fronte al problema di come conciliare l'opportunità di sviluppo occupazionale e ricchezza con la sostenibilità ambientale e la sicurezza per la salute.
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Fonte: Regione Toscana