Il pomodoro rappresenta nell'iconografia classica il simbolo del made in Italy, vera eccellenza ortofrutticola richiesta in tutto il mondo. In Italia è il secondo ortaggio fresco più consumato in termini di quantità (dopo la patata), il primo per valore (Fonte dati Ismea-Nielsen, 2015). 

Negli ultimi anni però sta cambiando la sua identità ed il suo mercato. Oggi possiamo dire che non è più una commodity: la qualità ed il produttore contano veramente.

"La stagione siciliana è appena iniziata - spiega Massimo Pavan, coordinatore del Comitato pomodoro da mensa di Ortofrutta Italia -. L'intenso caldo estivo e le scarse piogge hanno ridotto molto le produzioni e le rese. La zona di Pachino è stata meno colpita di altre, ma in generale si contano danni importanti. E poi ci sono state le virosi che hanno costretto gli orticoltori ad estirpare e poi ripiantate. Queste malattie hanno causato perdite su tutte le tipologie: il ciliegino è stato compromesso all'80%. Buona è la qualità.
La riduzione d'offerta, e la contemporanea stabile domanda, hanno fatto lievitare i prezzi in questa prima fase di mercato. Negli ultimi giorni i volumi stanno però aumentando ed i prezzi si stanno normalizzando"
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Il mercato italiano vuole sempre di più prodotto italiano. Questa tendenza però si evidenzia anche negli altri paesi: la Germania vuole prodotto tedesco, la Spagna vuole quello spagnolo. Si evidenzia quindi un certo patriottismo che andrà a penalizzare l'export in generale e italiano in primis.


POMODORO DA MENSA

 

Un mare di tipologie

Ciliegino, datterino e mini-plum: sono queste oggi le più nuove ed interessanti tipologie. Esse infatti hanno piccole dimensioni e si adattano al consumo snack. "Il consumatore si fa sedurre dall'aspetto - continua Pavan - e dall'uso. Però vuole anche un riscontro del palato. E qui dobbiamo lavorare. Non possiamo prescindere dalla qualità, perché solo così saremo in grado di affezionarci il consumatore".

Gli ultimi anni hanno evidenziato una frammentazione del prodotto. Da un lato è un'opportunità, ma dall'altra parte può essere un problema.
"Dobbiamo fare chiarezza e cultura - prosegue Pavan -. Il sapore deve tornare al centro del progetto. E' importante anche educare nell'uso, perché ogni pomodoro ha il suo: ad esempio se scelgo un piccadilly devo saper che è adatto per il sugo non per l'insalata. Tutto questo deve essere comunicato al meglio".
 

Scelta produttiva e valore

La coltura protetta è la soluzione ideale per il pomodoro da mensa italiano. Questo è quanto dicono molti addetti ai lavori. Così è possibile esaltarne la qualità. E il fuori suolo?
"Non sono favorevole - conclude Pavan -, perché dobbiamo tornare alla terra ed ai veri sapori della territorio. Un pomodoro prodotto fuori suolo e coltivato a Ragusa o a Bolzano ha le stesse caratteristiche. Questa tecnica sta prendendo piede solo perché permette di aumentare le rese ad ettaro, con una conseguente riduzione dei costi di produzione. Abbiamo un terreno meraviglioso, sfruttiamolo per valorizzare il gusto, il territorio e la tipicità. E non dimentichiamo l'Igp, che ad esempio a Pachino rappresenta un marchio di qualità a garanzia del consumatore".
 
L'andamento stagionale ha ridotto volumi e rese
(Fonte dati: © Babyboomer100 - Pixabay)
 

Identità e qualità per emergere

Il Consorzio di Pachino ha da circa un anno scelto la strada dell'Igp. Ecco alcuni numeri per far comprendere la dimensione economica di questa decisione: 5mila addetti, 7 milioni di chili circa di pomodoro per un valore di 24 milioni di euro su 80 milioni di euro di Pil ortofrutticolo locale, oltre 100 aziende produttrici, un export che vale il 23% dell'offerta. Con l'arrivo del datterino di Pachino Igp si ipotizza di passare ad una produzione di 10 milioni di chili, per un valore di 30 milioni di euro.

"I quantitativi del 2017 - spiega Sebastiano Fortunato, presidente Consorzio pomodoro Pachino Igp - sono sicuramente aumentati, con una produzione prevista di circa 7mila quintali. Il nostro è un prodotto che ha nel proprio territorio un valore aggiunto. L'area ristretta dove nasce è un concentrato di fattori quali terreno, luce, temperatura, e soprattutto qualità delle acque d'irrigazione. Tutto questo lo rende diverso: più saporito, più bello e più consistente.
Nel futuro vogliamo aumentare l'aggregazione tra i produttori e aumentare i volumi. Segnaliamo che da poco sono state inserite nel disciplinare di produzione nuove tipologie: il plum ed il mini plum. Inoltre, cosa molto importante, vogliamo portare avanti una maggiore attività di tutela e maggiori controlli del marchio, sia in Italia che all'estero".

 
Identità e qualità, valori per un futuro di prospettiva
(Fonte foto: © Hans - Pixabay)
 

Differenziare il prodotto

La produzione di pomodoro da mensa dei paesi dell’Ue è di poco inferiore a 7 milioni di tonnellate, circa il 13% del volume mondiale. Al primo posto la Spagna con 2,3 milioni di tonnellate, il 35% del totale. Seguono poi l'Italia con oltre 1 milione di tonnellate, paesi Bassi, Francia e Grecia. A livello mondiale al primo posto troviamo la Cina con il 31% di quota, seguiti da India e Stati Uniti. I tre paesi aggregano complessivamente il 50% delle produzioni mondiali (Fonte dati Fao, 2015).
In Italia, la Sicilia guida le produzioni con oltre 380mila tonnellate (34% del totale). Segue il Lazio con il 14%, la Campania (12%) e la Puglia (11%). (Fonte dati Ismea, 2015)

"Il pomodoro - spiega Renzo Lazzarin, responsabile marketing di Isi Sementi - è senza dubbio tra le specie orticole che maggiormente identificano l’offerta commerciale del nostro Paese. Negli ultimi anni ha saputo adattarsi alle nuove esigenze produttive e di mercato. Oggi la sua ampiezza varietale trova pochi eguali e offre la capacità di differenziare fortemente l'offerta. Non mancano luci ed ombre come ovvio che sia, ma possiamo affermare che la situazione è migliorata rispetto al passato grazie al lavoro condotto dall’intera filiera. L'export è in ripresa anche se in modo modesto".
 
Crescono le nuove tipologie per differenziare il prodotto
(Fonte foto: © DavidKaspar - Pixabay)
 

L'innovazione, scintilla per ripartire

Il mercato del pomodoro è sempre più dinamico, viste le sfide con cui si deve confrontare: calo dei consumi, concorrenza, mutevoli mercati e stili di vita, qualità del prodotto, sostenibilità. Per questi motivi la ricerca deve essere obbligatoriamente multidirezionale. "Dobbiamo guardare su più direzioni - prosegue Lazzarin -, per rispondere adeguatamente alle esigenze dei diversi attori della filiera: produttori, distributori, consumatori. Due i principi cardini su cui l'innovazione varietale si deve concentrare: sapore e sostenibilità. Quest'ultimo aspetto riguarda la resistenza alle patologie biotiche, virus e batteri in primis, ed abiotiche".

L'azienda italiana Isi Sementi ha da sempre dedicato attenzione al recupero e all'innovazione delle varietà locali, al fine di offrire ai produttori ed al mercato prodotti caratterizzati da tipicità e sapore con i requisiti adatti ad un consumatore moderno. Le novità riguardano diversi segmenti, a partire da quello dei mini-plum da sempre segmento core per Isi Sementi.
"Si parte con Isi 82190 - conclude Lazzarin -, resistente a Tswv e con bacche dall'eccellente sapore e dal colore rosso acceso. Poi c'è Isi 82315 resistente a Tylcv. Queste due recenti proposte si vanno ad affiancare a Pixel* e Proxy*
Nel segmento degli allungati la nuova proposta è rappresentata da Isi 52151 con frutti eleganti, di un bel colore verde brillante e dall'ottimo viraggio. Tra le specialità c'è Rosalinda* (Isi 62250), dal frutto rosa. Si tratta di una varietà afferente alla tipologia sorrentina dalla tradizionale forma globosa con frutti caratterizzati da una costolatura regolare ed elegante. Infine ricordiamo Isi 62211, frutti a grappolo adatti per la campagna diretta siciliana".