Ruolo sempre più strategico del kiwi nello scacchiere ortofrutticolo. L'Italia rimane il primo produttore mondiale, fatta eccezione della Cina che fa gara a parte. E' evidente come nell'anno dell'Expo questo possa essere un valore aggiunto da portare all'attenzione dei media e dei consumatori. Due elementi determinati sui quali è necessario soffermarci sono la qualità e la tracciabilità del prodotto. Abbiamo chiesto ad Alessandro Fornari, direttore di Jingold Spa e presidente di Kiwifruit of Italy, di rispondere ad alcune domande.

Il kiwi in Italia e nel mondo rimane un prodotto di grande importanza. Quali sono le prospettive per il futuro?
"Negli ultimi anni le superfici destinate alla coltivazione del kiwi nel mondo non sono sensibilmente incrementate come nel passato, fatta eccezione per la Cina. L'incremento aveva interessato pesantemente gli anni '90 e i primi anni del 2000. Tuttavia, se analizziamo il peso percentuale di questo prodotto all'interno del paniere ortofrutticolo mondiale possiamo ritenere che ci sia ancora un ampio potenziale di crescita, a patto che i grandi Paesi produttori lavorino per migliorarne la qualità e l'accettabilità da parte dei consumatori".


Qualità e tracciabilità rappresentano elementi sempre più importanti per il consumatore. Quali devono essere le caratteristiche del prodotto finale?
"Sicuramente la qualità organolettica è il fattore chiave. Le caratteristiche che cerca il consumatore variano a seconda del mercato di riferimento, ma alcuni parametri hanno una valenza assoluta: tra tutti la sostanza secca ed il grado rifrattometrico al momento della commercializzazione. Affinché il kiwi raggiunga parametri ottimali di consumo è necessaria una gestione agronomica adeguata degli impianti in produzione e soprattutto è fondamentale che la raccolta avvenga al momento opportuno: cioè quando il frutto ha accumulato tutte le sostanze necessarie alla sua successiva maturazione di consumo. Purtroppo la cattiva pratica delle raccolte anticipate, di cui tanto si parla, costituisce ancora il limite principale all'ottenimento di produzioni di qualità.
La tracciabilità assume di conseguenza una notevole importanza poiché permette ad operatori e consumatori di verificare che un frutto provenga da quelle aziende e da quei produttori che lavorano seguendo le buone pratiche di cui sopra".

Alessandro Fornari, direttore di Jingold Spa e presidente di Kiwifruit of Italy

Il kiwi made in Italy riscuote molto successo all'estero. Visto l’avvicinarsi dell’Expo 2015 quali sono le tre strategie fondamentali per promuovere e valorizzare al meglio le nostre produzioni di kiwi e renderle più appetibili?
"Se da una parte è vero che siamo il principale produttore mondiale in termini di volumi, esclusa la Cina che fa gara a sé, dall'altra parte paghiamo un po' sulla qualità nei mercati principali. L'Italia infatti è almeno al terzo posto sulla qualità del prodotto, dietro Nuova Zelanda e Francia. Ci troviamo così a competere con il prodotto proveniente da Paesi che sulla carta dovrebbero presentare una qualità inferiore ma che spesso ci vengono preferiti. Per valorizzare le nostre produzioni credo sia quindi necessario prima di tutto lavorare a livello tecnico per elevare il livello qualitativo medio del kiwi esportato, poiché la qualità non è qualità se non è costante. Sicuramente si può fare crescere anche nella promozione e nella percezione verso il mercato e il consumatore". 

 

Quanto e in che modo l'innovazione varietale, che rappresenta un fondamentale fattore di crescita per la frutticoltura, interessa il comparto?
"L'innovazione varietale solo recentemente ha interessato il comparto, che per decenni è stato legato ad una sola cultivar. Forse questo elemento ha rappresentato un altro freno alla crescita del comparto stesso. Credo quindi che l'innovazione possa essere d'aiuto alla crescita.
L'azienda Jingold Spa negli ultimi anni sta puntando la propria strategia aziendale sulla segmentazione dell'offerta come vantaggio competitivo e l'innovazione varietale costituisce una premessa imprescindibile per realizzarla. È in quest'ottica che abbiamo recentemente perfezionato un accordo con il costitutore per la valorizzazione della varietà Bo-Erica* e abbiamo avviato la coltivazione di 3 nuove varietà acquisite dalla nostra azienda. Queste varietà sono Z5Z6* (frutto a polpa verde), Jinyan* (frutto a polpa gialla) e Donghong* (frutto a polpa rossa). Si tratta di tre cultivar dall'elevato potenziale agronomico e dalle brillanti prospettive di mercato. Sono state ottenute dall'Istituto di botanica di Wuhan in Cina, dopo un lungo percorso di miglioramento genetico. Queste tre varietà sono caratterizzate dall'ottimo sapore dei frutti, in linea con le richieste dei consumatori. Inoltre le piante sono facilmente coltivabili e tollerano le principali malattie dell'actinidia".