L'irrigazione nei frutteti impatta fortemente sul controllo e la regolazione delle attività fisiologiche della pianta, svolgendo un ruolo primario nell'ottenimento di produzioni omogenee e di qualità.
Pur avendo i frutteti moderni caratteristiche comuni come l'elevato numero di piante a ettaro e sesti d'impianto simili a quelli dei vigneti con spaziature di 3 metri per 2, non tutti i frutti hanno uguali esigenze idriche. Il melo ad esempio ha necessità molto elevate per poter sviluppare frutti di buona pezzatura. Diventa quindi prioritario disporre di un impianto di irrigazione preciso e affidabile.
Nei frutteti l'irrigazione è a goccia
L'impianto che meglio risponde alle necessità dei frutteti è il sistema a goccia o con microirrigatori. Rivulis propone soluzioni con ali gocciolanti autocompensanti, come Rivulis D5000, che garantiscono affidabilità e precisione nel tempo. Le ali gocciolanti possono essere sospese, interrate o poste direttamente a terra.
Dettaglio delle ali gocciolanti Rivulis D5000 dotate di filtri di ingresso multizona, grande labirinto e ampia camera di uscita
(Fonte foto: Rivulis)
Per poter garantire il buon funzionamento dell'impianto e una portata idrica ottimale è necessaria una progettazione accurata. La scelta del giusto impianto varia in base alle specifiche esigenze, al livello di meccanizzazione del frutteto e alle caratteristiche dello stesso.
Ad esempio, nei meleti e nei pereti le radici sono abbastanza superficiali e, se si utilizza il sistema a goccia, è bene ricorrere a gocciolatori di bassa portata disposti con spaziature ridotte (30-40 centimetri).
Da non sottovalutare infine, l'impatto positivo sull'ambiente che hanno gli impianti micro irrigui, in grado di distribuire alle colture acqua e fertilizzante in modo preciso e mirato.
L'irrigazione che protegge le piante
Il cambiamento climatico sta creando sempre di più situazioni di siccità estrema e gelate tardive anche fino a primavera inoltrata.
Quando le gemme si schiudono e le prime foglie germogliano, le piante diventano estremamente sensibili al freddo e in queste fasi, eventuali gelate possono creare danni molto significativi. Quindi, proteggere la coltura diventa fondamentale quanto irrigarla.
L'irrigazione soprachioma è una delle forme di protezione antigelo "attive" più conosciute, efficienti ed affidabili
(Fonte foto: © AerialVision_it Shutterstock - via Rivulis)
Per questo nei frutteti, e in particolare nei meleti, è spesso presente un doppio impianto irriguo: uno a goccia ed uno con microirrigatori con funzione antibrina. Per assolvere ad entrambe le funzioni, i microirrigatori devono essere posizionati sottochioma. Se collocati soprachioma hanno la sola funzione antibrina, con un'eccezione per il Kiwi.
Se l'acqua ghiaccia la pianta no
Il meccanismo di protezione antibrina sfrutta il passaggio dell'acqua dallo stato liquido a quello solido. L'acqua congelata ha un più basso livello energetico e, quindi, libera energia nell'ambiente. Questa energia, sotto forma di calore latente, contrasta l'abbassamento di temperatura dell'atmosfera e protegge la coltura dalla brina.
Affinché il sistema sia efficiente, è necessaria una pluviometria minima di 3 millimetri ora (30 m3/ha/ora), sufficiente per fornire protezione con temperature minime fino a -3 gradi. Per ogni grado perso, occorre incrementare la portata di 0,5 millimetri ora. Ad esempio, se la temperatura è di -4 gradi, la pluviometria minima sarà di 3,5 millimetri ora.
Il calore latente prodotto dalla congelamento dell'acqua può preservare la coltura dalla brina
(Fonte foto: © Zeitgugga6897 Shutterstock - via Rivulis)
Il team di Rivulis, grazie alla sua decennale esperienza nel settore, supporta i frutticoltori nella progettazione di impianti irrigui su misura in grado di fornire la migliore irrigazione e la massima protezione antibrina, ottimizzando nello stesso tempo sia l'investimento iniziale sia i costi di gestione e di manutenzione.
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Fonte: Rivulis