Per questo riteniamo che la lettura dei dati diffusi da FederUnacoma sulle immatricolazioni nazionali di macchine agricole nel 2020 richieda un passo indietro e uno sguardo agli accadimenti di questo indimenticabile anno.
2020, un neonato pieno di speranze
Il 2020 si è affacciato al mondo trovando un mercato europeo in aria di recessione - come osservato a dicembre 2019 dal Cema barometer -, fermo a poco più di 180mila trattrici immatricolate, con accanto un mercato statunitense che ha chiuso il 2019 a quota 245mila unità immatricolate (+3,6% sul 2018), e un'Italia al palo delle circa 18mila unità nuove ma con una crescita del 5,3% per quelle usate, arrivate a 39mila macchine vendute in un anno.A livello nazionale il 2020 ha trovato una buona situazione per l'export, in crescita del 2,5% in valore (Stati Uniti, Germania e Francia sono i principali sbocchi dell'esportazione nazionale), un mercato europeo in contrazione sulle potenze sopra i 300 cavalli (-3,5%) e un immatricolato, come abbiamo visto, non così lontano dalle 20mila unità: a quanto pare nuovo dato di riferimento per le trattrici che, dal 2014, gravitano intorno a questa soglia di valore.
Arriva il coronavirus e il mercato trema
Ma poi è arrivato il Covid-19 e con lui la pandemia ed il conseguente blocco della produzione per il comparto della meccanica agricola partito, per qualcuno, già a metà marzo.L'incertezza ha annebbiato qualsiasi previsione. Il crollo delle vendite nazionali - con perdite di 34 punti percentuali per i trattori e addirittura di 39 punti per i rimorchi - è stato immediato e significativi sono stati i ridimensionamenti delle previsioni di turnover da parte di molti player del settore. Circa un 50% del comparto produttivo di macchine agricole ha optato per lo stop immediato, la restante parte è rimasta produttiva ma ha dovuto affrontare diverse difficoltà tra cui la mancanza di componenti made in Italy, sentita anche da diversi produttori europei che, di contro, non sono mai stati costretti a cessare la produzione.
Aprile, si riparte
Si è dovuto attendere il dpcm del 26 aprile scorso per far ripartire la produzione di macchine agricole anche in Italia, mentre, solo con l'arrivo della stagione estiva e il ritorno ad una "normalità" apparente, è migliorata la percezione del mercato in Europa (rilevazione del Cema barometer). È rimasto però piuttosto chiaro che un contraccolpo in termini di fatturato ci sarebbe stato.L'Europa si è avviata verso una lieve ripresa dei mercati ma il primo semestre (gennaio-giugno) si è comunque chiuso con risultati positivi per l'immatricolato di trattrici solo negli Stati Uniti e Russia. Il resto del mondo è rimasto sotto zero, l'Europa ha perso 12 punti percentuali con 68.831 mezzi immatricolati e, con lei, l'Italia è andata in rosso di 18 punti percentuali.
Un'estate al mare, voglia di sperare!
Ad agosto l'Italia ce l'ha messa tutta e, arrampicandosi con tenacia, è arrivata ad un -15% guadagnando, tra giugno e agosto, ben 3 punti percentuali.A fine settembre gli Stati Uniti hanno registrato un +14,7%, sono cresciuti l'India (+4,7%), il Canada (+8,9%) e la Russia (+0,7%).
L'Europa si è rialzata in parte e l'Italia si è portata in zona verde per tutti i segmenti tranne i rimorchi, registrando a settembre un +20% sullo stesso mese del 2019 per le trattrici con 1.512 immatricolazioni ma tornando poi, ad ottobre, ad a un più mite +7,5%.
Il bilancio del primi dieci mesi del 2020, quindi, non è stato poi così catastrofico. Non positivo, ma poteva andare peggio: per i trattori si è registrata una perdita di 10 punti percentuali che, in confronto ai risultati dei comparti automotive (-34,2%), veicoli industriali (-9,6%) e veicoli pesanti il (-19,6%), colloca la meccanica agricola sul podio.
2020: l'impennata salva tutti
Aggiungiamo ora al quadro gli ultimi due mesi dell'anno: novembre e dicembre 2020 che hanno fatto registrare una netta impennata delle vendite che ha in parte compensato il crollo registrato fra marzo e maggio.Il 2020, stando ai dati complessivi delle immatricolazioni diffusi da FederUnacoma (elaborati sulla base delle registrazioni fornite dal ministero dei Trasporti), chiude in calo per quasi tutte le tipologie di mezzi ma con risultati meno negativi e perdite più contenute del previsto.
Le trattrici perdono il 3,4% sul 2019 e il dato finale di 17.944 unità, raggiunto grazie allo sprint finale dei mesi di novembre (+38,5% trattrici immatricolate sul 2019) e dicembre (+38%), tutto sommato spinge il mercato non così lontano dalle 20mila macchine.
Le mietitrebbiatrici calano del 2,6% (302 unità) ma segnano un +200% a novembre e dicembre, i rimorchi perdono il 12,1% (7.862 unità) con incrementi del 6% a novembre e del 20% a dicembre. Sono perfettamente allineate con il 2019 le trattrici con pianale di carico (564 unità) che hanno avuto una crescita di oltre il 43% a novembre e di quasi il 38% a dicembre.
Si confermano forti i sollevatori telescopici che non abbandonano il trend positivo degli ultimi anni e segnano una crescita del 6,3% (956 unità) con picchi rispettivamente di +81 e +25% a novembre e dicembre.
"L'emergenza sanitaria - spiega FederUnacoma - ha condizionato gli investimenti per l'acquisto di mezzi nuovi, e dunque le vendite risultano in calo per trattrici, mietitrebbiatrici e rimorchi, mentre si mantengono stazionarie per le trattrici con pianale di carico o motoagricole".
Salvi per il rotto della cuffia
"Gli incrementi di fine 2020 - osserva FederUnacoma - potrebbero anticipare una fase di ripresa, anche in virtù del rinnovo del credito d'imposta per il 2021, destinata a caratterizzare i primi mesi del nuovo anno. L'andamento del mercato resta comunque subordinato agli effetti della pandemia, che registra una recrudescenza e che continua a pesare come una grave incognita"."Tuttavia - commenta Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma che porta l'attenzione anche sul preoccupante trend in ascesa dell'usato - il risultato del 2020 rischiava di essere più pesante. Nell'ultima frazione dell'anno è invece arrivato un buon recupero che ha migliorato il bilancio finale".
Un'Italia, tanti mercati
"All'interno del trend generale - osserva FederUnacoma - sono da sottolineare andamenti diversi da regione a regione, dovuti in parte ai meccanismi locali di finanziamento per l'acquisto delle macchine e alle condizioni delle imprese agricole nelle differenti realtà".Alcune importanti regioni hanno subito per le trattrici un calo di vendite maggiore rispetto al dato medio nazionale. Tra queste, l'Emilia Romagna -34,3%, la Lombardia -8,9% e il Veneto -9,7%. Altre regioni, sempre tra quelle di maggior peso nel mercato della meccanica agricola, hanno addirittura chiuso con significativi incrementi: ne sono esempi il Piemonte +24,6%, la Puglia +9,1% e la Sicilia +5,5%.