L'iter prevede che la proposta passi al vaglio del Consiglio europeo e quindi del Parlamento europeo, un percorso che richiede in genere uno o due anni per dare alla luce i requisiti finali, previsti dunque nel 2016-2017.
Sempre secondo i piani, i nuovi limiti di emissione della fase V dovranno entrare in vigore il primo gennaio 2019.
Step V, valido per tutti
La nuova normativa proposta impone limiti più severi per le motorizzazioni dai 25 cavalli in su e, rende noto il Cema in un comunicato stampa, e prevede un periodo di transizione come quello che ora permette ai costruttori di utilizzare i motori di fase precedente presenti a magazzino prima dell'introduzione dei nuovi limiti.
La durata del periodo di transizione proposto durante il quale la maggior parte delle macchine agricole dovrà adeguarsi ai livelli di emissioni è di 12 mesi e fissa come data ultima per l'adeguamento il primo gennaio 2020.
"Ai costruttori del comparto agrimeccanico serve più tempo per adeguare le macchine ai nuovi limiti - scrive il Cema, che rappresenta 4500 aziende agrimeccaniche europee - Si tratta di un periodo troppo ristretto per riprogettare l'intera gamma.
Il rischio di danneggiare gravemente il comparto produttivo è altissimo, soprattutto per le piccole e medie imprese".
"Si tratta di un adeguamento al quale le case costruttrici sono potenzialmente in grado di rispondere - ha affermato il segretario generale del Cema Ulrich Adam - ma non con tempi così stretti.
Ciascuno step richiede importanti investimenti per ridisegnare e adeguare le macchine: ciò è vero in particolare per le macchine specializzate o per i mercati di nicchia".
"Il periodo di transizione proposto lascia alle case costruttrici 12 mesi dalla data di introduzione dei nuovi limiti, il che significa dover sostenere costi proibitivi. Riteniamo - conclude Adam - sia necessaria un ulteriore periodo di almeno sei mesi".
Perchè un altro step?
In base a quanto indicato nel documento prodotto dalla Commissione, "i motori a combustione installati su macchine mobili non stradali rappresentano un'importante fonte di inquinamento atmosferico, in particolare di ossidi di azoto NOx - di cui sarebbero responsabili del 5 per cento del totale europeo con trend in crescita - e di particolato PM di cui sono responsabili per il 15 per cento del totale europeo".
Posto che le prescrizioni più severe in tema di emissioni previste dalla fase IV entreranno in vigore a fine 2014, secondo la Commissione, "è necessario assicurarsi che il settore delle macchine mobili non stradali sia inscritto in una traiettoria di riduzione delle emissioni sul lungo periodo".
Ciò, sempre in base a quanto definito dal documento, darebbe "all'industria maggiori certezze circa gli sviluppi futuri e consentirebbe al settore di programmare i necessari investimenti nella ricerca e nello sviluppo".
Non è dello stesso parere il Cema, che per voce di Tim Hamers, consulente tecnico Cema, spiega come per centrare gli obiettivi ambientali, "è necessario che le macchine agricole rimangano economicamente accessibili, per questo, fissare limiti ambientali più rigidi ha senso qualora il mercato sia in grado di assorbire queste nuove macchine in sostituzione delle vecchie.
Se, come si verifica nei fatti, gli agricoltori non se lo possono permettere, i benefici ambientali rimarranno sulla carta"
E la fase VI?
Alla domanda se ci sarà anche una fase VI, Tim Hamers afferma "è possibile, ma in caso verrà applicata solo a una categoria ristretta di alte potenze".
"E' comunque prematuro parlarne - conclude - Per ora sappiamo che arriveremo allo Stage V in un "unico balzo" senza la fase "interim" come è stato per il passaggio dallo Stage III allo Stage IV".
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Fonte: Agronotizie - Settimanale di tecnica, economia e innovazione in agricoltura
Autore: Michela Lugli