Del decreto attuativo, previsto dalla legge 221 del 18 ottobre 2012 (nota come “Decreto sviluppo bis”) e da emanarsi “entro e non oltre il 28 febbraio 2013”, non v’è traccia.
Un vacuum legislativo che non fermerà comunque l’obbligo di conseguire il patentino da martedì prossimo (12 marzo) né frenerà l’applicazione della revisione a far data dal prossimo 1 gennaio.
Sono valse a nulla le richieste del mondo agricolo – su tutte Cia e Confagricoltura – di prorogare il provvedimento.
Nessuna proroga, tanta incertezza
“Nessuna proroga è prevista per l’entrata in vigore delle norme relative al patentino per le macchine agricole” è il messaggio improntato all’inflessibilità della Divisione promozione della salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro del ministero del Lavoro, come riportato dall’agenzia Agrapress.
“Non è la prima volta, anche in agricoltura, che non vengono emanati i decreti attuativi e il settore deve fare i conti con una normativa incompleta – afferma Leonardo Bolis, presidente di Confai -. Basti pensare al decreto legislativo che modificava la legge di orientamento agricolo, emanato nel lontano marzo 2004, regnante il ministro Alemanno, con il quale si definiva l’attività agromeccanica inserendola a pieno titolo nel contesto agricolo, salvo rinviare ad un decreto successivo la definizione della figura dell'imprenditore agromeccanico. Un concetto mai formulato, a causa del quale ancora oggi alla categoria è precluso l’accesso alle risorse dei Piani di sviluppo rurale regionali, nonostante l’apertura sulla questione persino a livello europeo”.
Ecco, se non proprio un vizio, legiferare senza compiere l’ultimo miglio non sarebbe una novità. “Ora però si apre una fase di totale incertezza – prosegue il coordinatore nazionale di Confai, Sandro Cappellini -. Tanto più grave per l’abilitazione all’uso delle macchine agricole, la cui entrata in vigore è prevista appunto per il 12 marzo prossimo, col rischio di generare caos e di collocare in una situazione di inadempienza gli operatori dell’agricoltura, dal momento che il patentino è obbligatorio sia per gli imprenditori agricoli che per quelli agromeccanici”.
La convenzione di Confai
In ogni caso, la Confederazione degli agromeccanici e agricoltori italiani sta concludendo una convenzione con interlocutori di primo piano, in modo da consentire agli associati un contenimento delle spese e un percorso formativo di alto profilo, che sarà assicurato anche tramite l’istituto di formazione di Confai Academy.
Quanto alla revisione, Confai auspica che le rappresentanze del mondo agromeccanico “siano invitate a partecipare ai tavoli istituzionali consultivi, affinché l’attuazione della normativa si traduca in effettiva e reale sicurezza per gli operatori del settore primario e non in una mera ed indiscriminata procedura burocratica”.
Il sospetto di Confai, infatti, è che la revisione si traduca in una “tassa mascherata", a carico in particolare delle imprese agromeccaniche, che detengono il maggior numero di mezzi provvisti di targa, requisito che rende obbligatorio il processo di revisione.
“Ad oggi, però, è ancora tutto avvolto in una nebulosa – commenta Bolis -. Sappiamo che l’obbligo scatterà dal prossimo 1 gennaio e che la precedenza ai controlli verrà data alle macchine immatricolate prima del 2009, ma poco altro. Resta ad oggi ignoto chi saranno i soggetti deputati al controllo, a quali controlli verranno sottoposti le trattrici, le mietitrebbiatrici e le trattrici con pianale di carico e rimorchi”.
Secondo Confai, inoltre, “eventuali finalità positive, legate alla sicurezza sul lavoro e che in linea di principio sono condivisibili, sono però completamente vanificate da una applicazione parziale e discriminatoria della revisione”.
Secondo alcune stime dovrebbero essere sottoposti a health-check circa un milione e mezzo di trattrici, con età superiore ai dieci anni.
“Eppure verranno escluse le trattrici senza targa, destinate all’uso in azienda – osserva Cappellini -. Eppure molto spesso sono quelle più obsolete e condotte in parecchi casi da agricoltori anziani. È lì che bisognerebbe porre maggiore attenzione in chiave di sicurezza sul lavoro e nella conduzione dei mezzi, e soprattutto ritenere che gli incidenti con i mezzi agricoli si verifichino durante le fasi di circolazione su strada e non nei campi è indice di superficialità”.
Per tutti questi motivi, ribadisce Confai, “riteniamo si renda necessaria una proroga e una attenta analisi degli obiettivi che si vogliono raggiungere con l’obbligo del patentino e della revisione: se è per far cassa, allora può andar bene così, ma se le finalità sono quelle della sicurezza, allora è necessario ripensare profondamente alle norme”.