Nel 2024 l'economia agricola dell'Italia è andata bene, forse anche meglio del previsto, nonostante le tensioni internazionali, le bizze dei mercati e le ormai puntuali avversità atmosferiche caratterizzate dagli eventi estremi. E l'agroalimentare nel suo complesso ha messo a segno risultati lusinghieri nell'export, consolidando posizioni già forti da tempo.
A dirlo sono due report usciti quasi contemporaneamente negli ultimi giorni: la nota dell'Istat su "Andamento dell'economia agricola" riferita al 2024 e il "Rapporto 2024 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari", giunto alla sua 33° edizione, realizzato dal Centro Crea Politiche e Bioeconomia.
Istat, bene produzione e valore aggiunto
Nel 2024 la produzione e il valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca sono cresciuti, in termini reali, rispettivamente dello 0,6% e del 2%, l'occupazione è aumentata dello 0,7%. Lo ha reso noto l'Istat, pubblicando il report "Andamento dell'economia agricola" riferito allo scorso anno.
Incremento sostenuto della produzione in volume per frutta (+10,8%), patate (+10%) e legumi secchi (+7,8%). Annata favorevole anche per vino (4%), ortaggi (+2,4%), attività secondarie (+1,8%), coltivazioni industriali (+1,7%) e zootecnia (+0,8%), in calo cereali (-6,9%), agrumi (-6,3%) e olio d'oliva (-4,7%).
Nel 2024 i prezzi di vendita dei prodotti agricoli sono aumentati dell'1,8%, in rallentamento sul +3,6% del 2023, con un incremento della redditività alimentato anche della marcata contrazione dei prezzi dei beni e servizi impiegati nel settore (-7,1%).
Più in dettaglio, nel 2024 sono aumentati in misura più significativa i prezzi dei prodotti delle coltivazioni (+2,1%), stazionari nel 2023. Gli aumenti più forti sono stati rilevati per olio d'oliva (+13,2%), vino (+10,5%), ortaggi (+8,7%) e frutta (+5,7%); mentre si sono osservati decrementi consistenti per agrumi (-13,3%), cereali (-13,3%) e legumi secchi (-5,9%).
I prezzi dei prodotti zootecnici hanno registrato nel 2024 un incremento molto contenuto (+0,7%) e significativamente inferiore a quello registrato nel 2023 (+7,1%). Rilevanti aumenti si sono avuti nei prezzi alla produzione di latte (+7,8%) e carni bovine (+5,3%), mentre un calo consistente è stato osservato per il prezzo di uova (-9,7%), pollame (-6,2%) e carni suine (-5,7%).
In aumento anche i prezzi alla produzione delle attività dei servizi (+2,1%) e secondarie (+3,5%).
In particolare, sul fronte dei costi sostenuti dagli agricoltori, nel 2024 i prezzi degli input sono diminuiti in misura marcata per i prodotti energetici (-15,2%), i concimi (-13,5%) e i mangimi (-7,7%). Nel complesso, la spesa sostenuta per consumi intermedi si è portata a 31,4 miliardi di euro nel 2024, dai 34,1 miliardi dell'anno precedente.
Il differenziale positivo tra l'andamento dei prezzi dei prodotti venduti (output) e di quelli acquistati (input) ha determinato un sensibile rafforzamento della ragione di scambio per il settore agricolo che è aumentata del 9,6%, confermando il trend positivo registrato l'anno precedente (+7,6% nel 2023).
Si è rivelata poi moderata la crescita della produzione e del valore aggiunto in volume del comparto agricolo europeo. E i dati Istat confermano per l'Italia la prima posizione per valore aggiunto pervenuto a 44,4 miliardi di euro (+2%) e la terza posizione, molto prossima alla Germania (seconda) per valore della produzione nella Ue a 27 con 77,1 miliardi di euro.
Sempre Istat osserva che si registra un aumento delle retribuzioni lorde in agricoltura, (+0,8%), mentre si palesa un calo gli investimenti fissi lordi in volume (-1,4%). Il secondo fenomeno è sicuramente legato alla fase di passaggio tra le due programmazioni per lo Sviluppo Rurale, la 2014-2022, ormai avviata a rendicontazione a fine anno corrente e la 2023-2027, che si appresta a sviluppare un maggior volume di interventi sempre a partire dal 2025.
Crea, export agroalimentare a 68,5 miliardi
Nuovi record per gli scambi con l'estero per l'agroalimentare italiano, anche nel 2024. È quanto emerge dal "Rapporto 2024 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari", giunto alla sua 33° edizione, realizzato dal Centro Crea Politiche e Bioeconomia. Le esportazioni crescono (+8,7%) a fronte di un aumento delle importazioni di circa il 5%, determinando un netto miglioramento della bilancia agroalimentare, che torna positiva dopo il deficit del biennio 2022-2023, con un avanzo di 1,25 miliardi di euro. Primato nel 2024 per l'export agroalimentare che raggiunge i 68,5 miliardi di euro (5 miliardi in più rispetto al 2023), mentre l'import agroalimentare si attesta a 67,2 miliardi di euro.
Ottima anche nel 2024 la performance per le esportazioni del made in Italy agroalimentare - prodotti ad alto valore aggiunto, riconosciuti all'estero come tipici del nostro Paese - che superano i 50 miliardi di euro, con una crescita del 9,3% rispetto all'anno precedente, maggiore di quella dell'agroalimentare nel complesso. A trainare tale andamento sono soprattutto i prodotti trasformati e le bevande.
Il focus sugli Stati Uniti evidenzia l'importanza di questo mercato per le nostre esportazioni agroalimentari, con un peso dell'11,5% nel 2024, confermando il nostro Paese come un partner strategico per il mercato statunitense, con un rafforzamento, negli ultimi anni, della propria posizione competitiva. Un ruolo che potrebbe cambiare con l'avvento del nuovo accordo sui dazi tra Usa e Ue.






























