Secondo il sito Statista.com (anni 2020-2021), il maggior produttore di arance al mondo sarebbe il Brasile, con 14,71 milioni di tonnellate su 48,8 milioni complessivi (Fonte: Ismea). Di fatto, Rio de Janeiro produce circa il 30% delle arance mondiali.
A seguire la Cina, con 7,5 milioni di tonnellate (15%), poi l'Unione Europea, con 6,5 (13,3%). Di tali produzioni sono ovviamente artefici Spagna (5,1), Italia (Istat: 1,96) e Grecia (0,9).
Fuori dal podio il Messico, con 4,1 milioni di tonnellate, davanti agli Stati Uniti per sole 100mila tonnellate. Ancora Mediterraneo per la sesta, ottava e nona posizione, con Egitto (3,5), Turchia (1,3) e Marocco (1,04). A interrompere la sequenza il Sudafrica, con 1,65 milioni di tonnellate.
Dati simili a quelli di Statista.com anche per Ismea (2021-2022), per la quale le produzioni europee sarebbero di 6,1 milioni di tonnellate, in calo del 6% rispetto all'anno precedente. Un calo che diventa a due cifre per l'Italia, in quanto stimato fra il -25 e il -30%.
Sempre secondo Ismea, citando fonti Usda, le produzioni mondiali sarebbero cresciute del 3% (+1,4 milioni di tonnellate) nella stagione 2021-2022. Il tutto, nonostante l'uragano Ian abbia spazzato via gran parte degli aranceti della Florida. Se infatti le produzioni globali sono aumentate, quelle americane sono calate, con il Dipartimento americano per l'agricoltura che definisce l'anno trascorso come il peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale.
Una poltrona per due, ma c'è poco da ridere
Il dato sulle produzioni previste di succo d'arancia congelato è parte della trama del film "Una poltrona per due" (1983), con Dan Aykroyd, Eddie Murphy e Jamie Lee Curtis. Su tale dato si poteva infatti speculare, conoscendolo in anticipo, essendo questo l'ago della bilancia per i prezzi che tale prodotto avrebbe avuto sui mercati.
Ora, stando a BBC2, i cali produttivi americani potrebbero giocare a favore di importanti rialzi sui mercati interni. Il prezzo del succo d'arancia potrebbe quindi salire ulteriormente dopo aver già toccato il massimo storico di 24 centesimi all'oncia (8,5 Usd/kg), aumento indotto dell'impennata dell'inflazione alimentare americana. Sempre per BBC2, secondo Usda nella stagione 2022-2023 si prevedevano infatti produzioni pari a 28 milioni di "boxes" (scatole) di arance della Florida.
Come al solito le unità di misura d'Oltreoceano obbligano a scervellarsi se non si è addentro al settore come specialisti. Il "box" sarebbe pari infatti a 80 libbre per la California, 85 per il Texas e 90 per la Florida. Una libbra è pari a 0,4536 chili. Ergo, a seconda dello Stato considerato si parte da un minimo di 36,3 chili per i "box" californiani, salendo a 38,5 per quelli del Texas, finendo a 40,8 chili in Florida.
Quindi, 28 milioni di "boxes" della Florida corrispondono a 1.142.000 tonnellate. Questo, almeno, quanto previsto dal Dipartimento Americano.
Arance americane: un calo lungo vent'anni
Tale "forecast", ovvero previsione, indicherebbe per la Florida il dato più basso dal 1943, diminuendo del 32% rispetto alla già bassa produzione del 2021, pari a circa 41 milioni di scatole (1.672.800 tonnellate). A conferma, Jack Scoville, vicepresidente del Price Futures Group di Chicago, ha affermato di stare prendendo in considerazione una situazione di estrema scarsità di raccolto, a causa del taglio piuttosto estremo. Questo aumento dei prezzi, sempre secondo Scoville, potrebbe inoltre spostare all'estero gli acquisti di succo d'arancia nei grandi supermercati, mentre alcuni produttori della Florida hanno chiesto alla Food and Drug Administration di diminuire il contenuto di Legge per gli zuccheri.
Per quanto severa, però, tale riduzione conferma il calo produttivo americano in corso da oltre vent'anni. Ancora secondo Usda, infatti, le produzioni interne di arance sarebbero calate nel tempo dai quasi 13 milioni di tonnellate del 2000 ai 4,42 milioni del 2021. Ovvero un secco -66% nel volgere di un ventennio. In sostanza, pare che le produzioni andate perdute negli Usa siano state compensate dalla crescita in altri Paesi.
Occhio ai prezzi
Stanti così le cose, con un volume in calo in Italia e uno spostamento delle produzioni globali fra paesi differenti, ai produttori nazionali converrà seguire con molta attenzione gli andamenti dei prezzi nelle borse merci, valutandone i trend anche a confronto con quelli esteri.
Intanto, la stagione dei raccolti 2022 è iniziata, con mandarini e clementine a fare da apripista. Si spera quindi che i mercati sappiano ripagare con prezzi decenti ciò che è stato raccolto.