Ci sarebbe una "crisi profonda dei consumi degli agrumi" alla base del "crack in campagna degli agrumi a causa di prezzi molto al di sotto dei costi di produzione". È l'ipotesi di Coldiretti Puglia, che denuncia le "gravi ripercussioni sui redditi delle imprese agricole e il rischio che clementine e arance possano rimanere invendute sugli alberi". Non a caso l'organizzazione agricola ha chiesto l'urgente convocazione del Tavolo Agrumicolo Regionale, di recente costituzione, "anche per sostenere le ragioni di un Piano Agrumicolo Regionale che aiuti il superamento della crisi strutturale del comparto, che preveda il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo".

Secondo Coldiretti Puglia attualmente le clementine a Taranto vengono vendute in campagna a 30 centesimi al chilogrammo, ma 15 centesimi al chilo vengono pagati dagli agricoltori solo per la raccolta e pertanto "il conto economico è drammatico nei campi". In provincia di Taranto il settore agrumicolo vale oltre 80 milioni di euro per una produzione di 2,6 milioni di quintali di agrumi. Le ultime rilevazioni Ismea, relative però al 19 novembre, riportano un prezzo franco azienda e Iva inclusa di 65 centesimi al chilogrammo, che diventano 58 centesimi con la raccolta a carico dell'acquirente, segno evidente del repentino deteriorarsi dei rapporti commerciali negli ultimi giorni a tutto sfavore degli agricoltori.

"I prezzi non sono assolutamente remunerativi. È l'ennesima annata da dimenticare", lancia l'allarme il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo. "Si tratta di un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno di prodotti del territorio e favorire le esportazioni".

Al calo dei consumi si aggiunge "l'arrivo incontrollato" di agrumi di provenienza estera che contribuisce notevolmente - dice ancora Coldiretti Puglia - ad appesantire il livello economico e occupazionale delle imprese agricole pugliesi, ma che ha anche riverberi negativi nei riguardi dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi dei prodotti del territorio.

Il risultato è un calo dei consumi che sono scesi per le arance sotto i 15 chili a persona all'anno - insiste Coldiretti Puglia - per effetto di una diminuzione che negli ultimi 15 anni varia da oltre il 20% per le arance ad oltre il 50% per i mandarini e le clementine.

Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi occorre - realizzare rapporti di filiera virtuosi - conclude la Coldiretti Puglia - con accordi che valorizzino i primati del made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto "equo", basato sugli effettivi costi sostenuti. Per raggiungere questi obiettivi, secondo Coldiretti Puglia è necessario l'avvio da parte della Regione di un piano promozionale del prodotto agrumicolo regionale, anche in accordo con la distribuzione organizzata.