Un evento che dal 29 novembre al primo dicembre scorsi ha riunito tutti i soci nazionali al Complesso museale di Santa Maria della Scala e ha visto l'intervento anche del sottosegretario del Mipaaf Giuseppe L’Abbate e della sottosegretaria del ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo Lorenza Bonaccorsi.
Le tre giornate, moderate dalla giornalista Rai Anna Scafuri, hanno avuto come tema centrale di lavoro la stesura delle linee guida dell'Agenda 2030 della associazione oltre che l'assemblea nazionale dei soci.
Nelle intenzioni dell'associazione l'Agenda 2030 delle città dell'olio vuol essere uno strumento a disposizione delle amministrazioni locali per impostare politiche di valorizzazione del territorio legate all'olio extravergine di oliva.
Una valorizzazione che deve guardare non solo alla promozione turistica ed enogastronomica, ma anche alla tutela dei paesaggi olivicoli, sia per il loro valore estetico che per quello di presidio contro il degrado idrogeologico.
Ma nella tre giorni senese si è parlato anche di cultura, stili di vita, formazione ed educazione, sia scolastica che generale. La cultura dell'olio è infatti trasversale in senso geografico, diffusa cioè su praticamente tutto il territorio nazionale anche se espressa in maniera diversa, spesso in base alle disponibilità degli strumenti necessari e disponibili.
Piena soddisfazione per i risultati dell'evento è stata espressa da Enrico Lupi, presidente dell'Associazione nazionale città dell'olio che ha sottolineato soprattutto la competenza e la professionalità che hanno caratterizzato le varie sessioni di lavoro.
Ciò che è venuto fuori da queste giornate di lavoro è stata la necessità di costruire un progetto integrato di valorizzazione e promozione, che possa contemplare il settore oleicolo in ogni suo aspetto.
Un progetto che vada dal turismo del cibo e dell'olio, tema della sessione coordinata da Roberta Garibaldi, del Research board world food travel association e board del World gastronomy institute, per l'evoluzione sostenibile di questo settore, al ruolo strategico del paesaggio rurale olivicolo, in grado anche di sequestrare più CO2 di un bosco oltre che di produrre olio, tema della sessione coordinata da Mauro Agnoletti, coordinatore gruppo paesaggio del Mipaaf.
L'importanza dell'identità territoriale è stata affrontata dal gruppo guidato dal giornalista Paolo Massobrio che ha sottolineato l'importanza della produttività dell'olivicoltura per garantirle una identità, mentre sul tema dell'olio come cultura e stile di vita secondo il gruppo coordinato da Marino Niola, antropologo, scrittore e giornalista, c'è la necessità di una narrazione all'altezza dei nostri prodotti.
Prodotti e produzioni che sono davanti a tre paradossi: una produzione minore rispetto alla domanda nazionale, una qualità che non è valorizzata a dovere e la presenza di produzioni di eccellenza che non diventano però traini e modelli per l'intero settore, come ha messo in evidenza il gruppo di lavoro guidato da Alberto Mattiacci, docente di Marketing e business management della Sapienza a Roma. Paradossi che possono essere affrontati nell'ottica di una 'educazione' continua rivolta sia ai consumatori che alle aziende.
L'educazione, quella scolastica, è stata affrontata nella sessione di Riccardo Garosci, presidente del Comitato per l'educazione alimentare del ministero dell'Istruzione e della ricerca, dove sono state individuate tre parole: sostenibilità, alleanza scuola-impresa e internalizzazione.
Infine, ma non per importanza, dalla tre giorni di Siena è uscita la proposta 'Carta dell'accoglienza per le città dell'olio' per tracciare una linea guida comune per lo sviluppo del turismo agroalimentare legato all'olio extravergine di oliva.
Un documento condiviso che per il presidente Enrico Lupi deve essere fatto nell'ottica di sviluppo sostenibile dove il paesaggio, l'ambiente, la biodiversità e l'identità culturale sono diventati elementi determinanti per riscoprire le proprie radici storiche.
Il turismo enogastronomico è oggi considerato tra i settori più in crescita dell'intero comparto turistico, come riporta il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2019, curato dalla stessa Roberta Garibaldi, che sottolinea anche come i turisti cerchino sempre di più anche realtà esperienziali, dove cioè possano vivere direttamente le realtà del territorio, dei suoi prodotti e della loro produzione e allo stesso tempo territori dove l'offerta enogastronomica si sposi al paesaggio.
Gli strumenti quindi su cui devono investire le città dell'olio per supportare il settore in prospettiva turistica sono la formazione degli operatori, il supporto nella promozione e commercializzazione dell'offerta, lo sviluppo di progettualità comuni, azioni di tutela del paesaggio e semplificazione burocratica.