Coltivare barbabietole può sembrare molto complicato in questo periodo, anche e soprattutto alla luce del difficilissimo trend di mercato evidenziato nel 2018. Tuttavia, abbandonare questa coltura potrebbe non essere la scelta giusta, e chi lo dice, lo ammette sulla base di dati empirici analizzati negli ultimi anni. A dirlo è Davide Calzolari, giovane bieticoltore della provincia reggiana, con un’azienda strutturata e focalizzata sul conto terzi per un totale di quasi 2mila ettari. A questo si aggiunge la gestione diretta di 650 ettari in affitto, a indirizzo cerealicolo.

Calzolari ha fatto un’analisi dei costi prendendo i dati della propria azienda, selezionando una serie storica degli ultimi 12 anni delle principali colture in azienda. “La mia analisi su queste serie storiche nasce dalla voglia di andare un po' contro corrente rispetto al pensiero di buona parte degli agricoltori, che troppo spesso fanno scelte di 'pancia' senza guardare in lungo periodo in prospettiva – sottolinea il giovane imprenditore agricolo - dai dati presi in considerazione in un arco temporale dal 2006 al 2018, analizzando come primo dato la produzione lorda vendibile, si può notare come la barbabietola da zucchero è ancora la coltura che garantisce la più alta Plv tra le colture industriali non specializzate, in confronto a grano tenero, mais, grano duro e silomais”.

I ricavi, nonostanti alti e bassi, non sono mai scesi sotto i 2mila euro a ettaro, con punte di oltre 3mila euro nel triennio 2012-2014, fuorché proprio l’ultimo anno, il 2018, con una Plv media di 1880 euro a ettaro. Anche in termini di guadagno netto, la barbabietola è sempre stata stabilmente al primo posto.

Trend alternati per il grano, mentre nel l’ultimo anno c’è stato un grande exploit per il silo mais, che però ha bisogno di risorse idriche elevate, una buona organizzazione e un stretto legame con il digestore.
“I guadagni netti della bieticoltura sono stati mediamente sempre superiori a quelli di grano e mais – continua Calzolari – nell’arco di tempo che ho preso in esame, se si esclude il 2010 per un problema legato a un diserbo di pre-emergenza, non si sono mai verificati problemi”.

“C'è un aspetto importante da segnalare – conclude Calzolari – ed è il ruolo anticiclico della barbabietola in ottica di strategia aziendale, ripartizione del rischi e adattamento al clima. In annate particolarmente secche e siccitose si possono realizzare buone performance con le barbabietole, a differenza del mais, come per esempio nel 2013 e nel 2017, quando è stato fortemente penalizzato. Se guardiamo alla prossima campagna 2019, le prospettive dicono che ci sono le condizioni economiche più favorevoli, rispetto all’anno scorso”.