Il comparto ortofrutta è uno dei settori strategici del made in Italy: rappresentando il 18% dell'export agroalimentare; un valore che sale al 31% se si aggiunge l'ortofrutta lavorata e conservata. Il dato aggregato, evidenzia come l'ortofrutta sia la prima voce dell'export agroalimentare con un valore di oltre 8,4 miliardi di euro.
I paesi che risultano come miglior clienti per il 2018 sono rispettivamente Germania, Francia, Austria, Regno Unito e Svizzera. Tra i paesi che invece hanno mostrato una maggiore variazione nel valore delle importazioni dall'Italia per il settore degli ortaggi, si trovano per il 2018 rispettivamente Slovacchia (più 27,6%), Repubblica Ceca (più 25,9%), Danimarca (più 9,14%), Croazia (più 5,11%) e Belgio (più 3,15%).
Per quanto riguarda nello specifico dell'andamento dell'export della frutta, c'è stata una leggera ma costante crescita nel 2016 e nel 2017, ma un netto calo nel 2018. In particolare, l'andamento dei tassi di crescita dell'export per la frutta ha segnato un massimo positivo nel 2017 con un più 3,8% per un valore complessivo di oltre 3,6 miliardi. Tra gli importatori più importanti, per il 2018, ci sono Germania, Francia, Svizzera, Austria e Regno Unito. La Germania pesa per il 30,8% sul totale mondiale; questo paese nel 2018 ha però subito un calo del 9% delle importazioni di frutta dall'Italia.
Per quanto riguarda le crescite maggiori, ci sono Israele (più 28,20%), Giappone (più 27%), Qatar (più 21,66%), Francia (più 2,63%) e Svizzera (più 2,27%).
Analizzando i dati export per il 2018 delle singole categorie dei prodotti del settore della frutta, le migliori categorie sono: mele, pere e cotogne fresche per un valore totale di oltre 863 milioni di euro; uve fresche e secche per un valore di circa 675 milioni; albicocche, ciliegie, pesche, incluse pesche noci, prugne e prugnole, fresche per un valore di quasi 283 milioni; agrumi, freschi o secchi per un valore di 239 milioni e altra frutta fresca per un valore di 503 milioni.
La quantità esportata dei prodotti della categoria degli ortaggi ha subito una leggera decrescita nel periodo compreso tra il 2016 e il 2018 attestandosi sulle 998.365 tonnellate. In particolare, i prodotti di questa categoria hanno registrato un decremento nelle esportazioni in tutti i paesi nelle prime posizioni della classifica. I migliori per le esportazioni in quanto a volume dei prodotti di questa categoria sono, per il 2018: Germania (329.682 tonnellate), Francia (111.923), Austria (78.268), Regno Unito (55.534) e Polonia (52.822.).
La quantità esportata dei prodotti della categoria della frutta ha subito una netta decrescita nel periodo 2017-2018 del 13,6%, attestandosi sulle 2.679.426 tonnellate. In particolare, i prodotti di questa categoria hanno registrato un decremento nelle esportazioni in tutti i paesi miglior importatori, eccetto la Francia. I cinque paesi in cima alla classifica per le esportazioni in volume dei prodotti di questa categoria sono per il 2018: Germania (804.371 tonnellate), Francia (313.090), Polonia (145.615), Spagna (119.566) e Austria (119.135).
L'export per i prodotti di frutta e ortaggi risulta principalmente, se non quasi esclusivamente, diretto verso i paesi europei Ue e anche non Ue. In particolare gli ortaggi, ben l'89% del valore delle esportazioni proviene dall'interscambio con paesi Ue, mentre il valore scende all'82,7% per la frutta, con quote più importanti per l'Asia con il 5,2%, l'America con il 3,4%, e il Medio Oriente con il 3,2%.
Numeri che dovrebbero anche aumentare se alla struttura del made in Italy si aggiungesse un'organizzazione sistemica: "All'export manca il 'fare sistema' - aveva detto pochi giorni fa il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio - noi stiamo andando in giro per il mondo a promuoverci in modo disorganizzato. Se ci promuovessimo come una squadra riusciremmo a portare a casa maggiori risultati. Abbiamo prodotti di qualità, ma secondo me non siamo ancora in grado di fare squadra. A livello di export l'agricoltura è quella che negli anni è sempre cresciuta. Per questo è necessario essere sempre più presenti e fare sì che gli stranieri possano acquistare e gustare la nostra cucina".