È stato posto l'accento sull'importanza di un comparto che, con un fatturato di 3,1 miliardi di euro e una quota di export pari a 1,6 miliardi di euro, rappresenta una delle punte di eccellenza dell'industria agroalimentare italiana.
Quest'anno - secondo l’Anicav, in Italia, sono stati messi a coltura 60.626,80 ettari di pomodoro da industria, con una riduzione del 5,9% rispetto al 2017. Il calo si registra nel bacino Centro Sud - con particolare riguardo agli areali foggiano e toscano - con una contrazione degli ettari investiti dell'8% e nel bacino Nord con una flessione di poco meno del 5%. Naturalmente la produzione finale dipenderà dalla resa agricola.
"Il pomodoro è uno dei simboli del made in Italy di qualità nel mondo. Occorre rafforzare le politiche di filiera e l'integrazione tra agricoltura e trasformazione, ponendo la giusta attenzione al settore industriale che rappresenta un elemento fondamentale della filiera – ha dichiarato il ministro Centinaio –. Il comparto pomodoro da industria è certamente una delle aree produttive più importanti dell'agroalimentare Italiano. Ho ribadito all'Anicav che occorre dare al più presto slancio al comparto attraverso la tutela e la valorizzazione della qualità del pomodoro italiano. Lavoreremo con il coinvolgimento delle Regioni e con la convocazione di tavoli di filiera che affrontino le questioni non solo davanti alle emergenze, ma con un approccio nuovo di programmazione".
Molti i temi posti all'attenzione del ministro: i continui attacchi sull'origine del pomodoro, con la "leggenda" del pomodoro cinese sulla tavola degli italiani, la "questione caporalato", il problema delle contraffazioni alimentari, le problematiche ambientali e le politiche protezionistiche, minacciate o già messe in atto, da alcuni Stati.
"L'agenda sottoposta al ministro Centinaio è molto fitta - spiega Antonio Ferraioli, presidente di Anicav -. Grande attenzione è stata data alla necessità di definire una governance interprofessionale del pomodoro da industria che, oltre a favorire il processo d'integrazione di filiera valorizzando il prodotto, potrà assicurare un'attenta programmazione ed una condivisa pianificazione, e, nel contempo, garantire il rispetto delle regole e degli accordi raggiunti".
Dopo l'Oi Pomodoro del Nord, si rende, infatti, indispensabile la costituzione di un'Organizzazione interprofessionale anche per il Centro Sud, per la quale il mondo agricolo e industriale sono ancora in attesa del riconoscimento da parte del Mipaaf.
"Inoltre - prosegue Ferraioli - è stato posto l'accento sull'esigenza di valorizzare le produzioni di qualità, come il pomodoro pelato simbolo del made in Italy nel mondo, per il quale è stato avviato l'iter per l'ottenimento del marchio di tutela Igp che potrà spingere verso una crescita dei consumi e una ripresa del mercato".
Secondo Anicav, infine resta prioritario mettere in campo incisive forme di tutela nei confronti delle politiche protezionistiche portate avanti da altri Paesi: "La procedura antidumping intrapresa dal governo australiano negli ultimi anni nei confronti delle importazioni di derivati del pomodoro dall'Italia e le misure ritorsive che l'Ue sta adottando nei confronti degli Usa destano non poche preoccupazioni tra gli operatori del settore".