"Raccogliendo il loro invito, il Distretto agrumi di Sicilia ha svolto un grande lavoro di coordinamento fra le realtà di categoria regionali prima e nazionali poi, per analizzare il disegno di legge e cominciare a predisporre integrazioni a completamento del medesimo, nell'intento comune di far approdare in Parlamento un testo organico e completo che valorizzi e salvaguardi l'intero comparto, in tutto il paese e ancor prima in Sicilia".
E' quanto affermato ieri, 28 settembre 2016, da Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia, a margine della conferenza stampa di presentazione del disegno di legge "Disposizioni urgenti per la salvaguardia delle colture di agrumi", a cui hanno preso parte anche i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Italia Ortofrutta.
"Come più volte abbiamo fatto presente, è infatti quanto mai necessario e urgente che a livello nazionale si predisponga un Piano di settore specifico" ha aggiunto Federica Argentati.
"Serve immediatamente la costituzione di un tavolo tecnico con le rappresentanze regionali, prime fra tutte quelle siciliane, poiché quando si parla di agrumi non si può prescindere dalla Sicilia. Tale piano, già in realtà elaborato per obiettivi dalle rappresentanze siciliane della filiera agrumicola e dal Distretto agrumi, deve affrontare con maggiore determinazione il problema della Tristeza Virus e la salvaguardia e la valorizzazione della qualità e delle eccellenze della nostra produzione, promuovendone il consumo del fresco e del trasformato.
A cominciare dalla proposizione di bevande al 100% a base di agrumi, al triplice scopo di aumentare i consumi di arance di calibro medio-piccolo, favorire un'azione di sensibilizzazione ad una più sana alimentazione e dare un serio e concreto contributo ad un comparto come quello agrumicolo ancor oggi settore portante per l'economia della Sicilia e non solo".
"E' necessario, inoltre - ha infine concluso la presidente del Distretto agrumi Sicilia - che le istituzioni garantiscano maggiori tutele, innanzitutto fitosanitarie, sui prodotti importati e attuino interventi mirati a rendere competitivi i nostri costi di produzione della filiera".
"Ritengo lodevole l'iniziativa dei senatori Campanella e Bocchino - ha affermato Giosué Catania, vicepresidente Cia Catania - e auspichiamo una rapida condivisione da parte degli altri gruppi politici, affinché si pervenga alla stesura di un Piano di ristrutturazione e valorizzazione dell'agrumicoltura siciliana, utilizzando i finanziamenti necessari allo scopo".
"Come Agrinsieme Catania puntiamo a realizzare una iniziativa di alto spessore coinvolgendo il coordinamento nazionale, sulla quale chiameremo a raccolta tutta la filiera, per richiamare l'attenzione dei governi su un comparto che ancora oggi assume la centralità economica in una Regione come la Sicilia, alla quale andrebbe riconosciuta, con misure concrete, la condizione di insularità, così da eliminare lo svantaggio in termini di costi dei trasporti, eccesso di fiscalità, infrastrutture, costo del lavoro" ha continuato Catania.
"Questo ddl è uno strumento interessante che va riempito di contenuto" ha sottolineato Gerardo Diana, responsabile nazionale agrumi di Confagricoltura.
"C'è un documento di Agrinsieme nazionale che in poche mosse potrebbe consentire di migliorare, se non risolvere, tutta la problematica dell'agrumicoltura in Italia" ha ricordato Diana.
"Primo: controllare la merce che arriva da fuori: noi vogliamo competere, ma con le stesse regole; se in Italia arrivano agrumi coltivati con prodotti da noi non consentiti, non è giocare con le stesse regole. Secondo, controllare quello che arriva da fuori per prevenire le fitopatie. Terzo, va fatta ricerca finalizzata ad essere applicata nelle aziende agricole, non fine a se stessa. Quarto, va promosso il consumo degli agrumi con campagne pubblicitarie fatte nei momenti giusti, quando ci sono i nostri prodotti sul mercato".
"Accogliamo con favore la presentazione del disegno di legge - ha affermato Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta - che riporta l'attenzione delle istituzioni su un settore strategico dell'ortofrutta italiana, importante per le aree del meridione.
Auspichiamo che il Piano di settore veda le organizzazioni dei produttori come perno di scelte strategiche e condivise, al fine di incrementare e migliorare l'orientamento verso il mercato e l'apprezzamento commerciale".