Il tema proposto, rilanciato anche dall’intevento del ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, è quello della "battaglia dell'etichettatura d'origine": imprenditori del settore e lavoratori (si stimano circa 4mila persone), oggi, 23 marzo 2016, si sono dati appuntamento al Teatro Team di Bari, per la manifestazione in difesa dell'agricoltura nazionale promossa da Coldiretti.
Decine i trattori che hanno attraversato la tangenziale e il quartiere Japigia per giungere nella zona del teatro, dove sono stati allestiti stand, palchi e una grande tavolata con olio, formaggi, vino, verdure e vongole, prodotti su cui spesso la Ue, secondo Coldiretti, "apre alle importazioni low cost che mettono in ginocchio i produttori italiani".
All'evento hanno partecipato, oltre al presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo e a Maurizio Martina, i governatori della Puglia, Michele Emiliano e della Basilicata, Marcello Pittella.
Martina ha sottolineato l'impegno del Governo a tutela del made in Italy: "Dobbiamo portare il tema delle etichettature - ha dichiarato - fuori dagli ambiti che hanno già riconosciuto questo sforzo, cercando delle alleanze. La Francia ha aperto e riconosciuto questa battaglia italiana e dobbiamo fare tutti insieme un passo avanti; penso all'agroalimentare nel suo complesso e i soggetti fondamentali della filiera ci devono essere tutti. Non abbiamo paura dei controlli. Più il sistema dei controlli è forte, più siamo competitivi, semplici sulle imprese, durissimi e intransigenti nei controlli" ha poi concluso il ministro.
"L'agricoltura italiana - ha invece dichiarato il presidente di Coldiretti - è da difendere, perché rischia di scomparire a causa di una crisi senza precedenti, che comprende crolli dei prezzi al di sotto dei costi di produzione in settori chiave del made in Italy e per questo motivo molti agricoltori sono giunti qui a Bari".
I dati diffusi sono allarmanti: "L'anticipo dei calendari di maturazione, - afferma Coldiretti in una nota stampa - l'accavallamento dei raccolti, varietà tardive diventate precoci con eccesso di offerta prima e crollo della disponibilità poi, sono solo alcuni degli effetti dell'andamento climatico anomalo sulle coltivazioni che subiscono anche la pressione delle importazioni, determinate da accordi agevolati".
La conseguenza è il crollo dei prezzi "dal -43% dei pomodori al -27% per il grano duro fino al -30% per le arance rispetto all'anno scorso".