L’Italia è il Paese con maggior numero di Dop e Igp riconosciute dalla Ue. Il settore agroalimentare produce in Italia il 13,4% del Pil, contro il 5,4% di un altro settore di eccellenza, come l’abbigliamento. Quindi, secondo i dati citati dal direttore Irpet (Istituto regionale di programmazione economica), l’agroalimentare è il secondo asset italiano, dopo il settore metalmeccanico, con numerose imprese che danno occupazione. Si tratta pertanto di un “gigante economico” che va valorizzato.
L’assessore all'Agricoltura Marco Remaschi, intervenuto al dibattito, ha sottolineato come l’agroalimentare sia particolarmente importante in Toscana perché ne esporta l’immagine nel mondo intero.
La sfida dell’artigianato alimentare nel panorama globalizzato è quella di restare competitivo sul mercato mantenendo le proprie eccellenze e le proprie specificità, basate sulla qualità delle materie prime e sul rigore dei metodi produttivi lungo l’intera filiera.
Hanno concordato su questo sia il direttore del Consorzio del pane toscano Dop che il rappresentante di Assocantuccini, per il cantuccio toscano Igp.
Oltre alla rigorosa certificazione del prodotto attraverso i criteri dell’autocontrollo, della tracciabilità e della responsabilità del singolo operatore alimentare (introdotti dalla recente normativa comunitaria sulla sicurezza alimentare), è importante anche una costante campagna pubblicitaria, non solo in Italia ma anche all’estero, che sensibilizzi i consumatori verso la qualità dei prodotti dell’artigianato alimentare.
In generale, tutti i partecipanti alla giornata di studio hanno concordato sul fatto che per difendere lo straordinario patrimonio agroalimentare dell’Italia e della Toscana è indispensabile la collaborazione stretta tra aziende ed istituzioni politiche.
"La Toscana e la nostra provincia di Firenze, in particolare, sono ai primi posti per il maggior numero di prodotti agroalimentari di qualità (Dop, Igp, Stg) – ha spiegato Franco Vichi, direttore generale Cna Firenze -. E i dati recenti sulla produzione (1,7 tonnellate, di cui oltre 1/3 esportato) con 6,6 miliardi di euro e di fatturato al consumo di circa 13 miliardi, ne certificano l’importanza mondiale, non solo localistica. Circa il 30% del made in Italy del settore alimentare proviene dalla Toscana e da Firenze. Nell’anno di Expo, cresce l’export ma le sofferenze, per il protrarsi di troppa burocrazia, frenano o depotenziano la crescita di questo comparto. La sfida di Cna è quella di riuscire a coniugare crescita e sviluppo dei mercati, senza rinunciare alle specificità produttive, alla qualità delle produzioni, alla bontà e sicurezza del prodotto alimentare. Da qui, per esempio, il nostro sostegno alla Dop del Pane Toscano e all’Igp del cantuccino"
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Fonte: Accademia dei Georgofili