Un milione di persone hanno firmato la Carta di Milano che oggi portiamo alle Nazioni Unite a testimonianza dell’impegno consapevole di tanti cittadini che anche grazie a Expo sono oggi dei veri e propri ambasciatori del diritto al cibo. Cancellare la fame entro il 2030 è una sfida impegnativa, ma che non si può perdere. L’Italia, anche grazie all’Esposizione universale, ha dato un contributo importante per lo sviluppo di una global food policy, che oggi si traduce nelle decisioni dell’assemblea generale dell’Onu nell’aggiornamento degli Obiettivi del Millennio". Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, prima del suo intervento di presentazione della Carta di Milano alle Nazioni Unite, nella conferenza su “Food security in the post 2015 agenda: The Milan charter in the context of the new global partnership for sustainable development” che si è tenuta lo scorso 26 settembre a New York.

"Nel mondo - ha proseguito il ministro - ci sono 795 milioni di persone che soffrono di povertà alimentare a loro dobbiamo dare risposte immediate, attraverso politiche più efficaci rispetto al passato. È il momento di costruire modelli di sviluppo nuovi, che siano sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e sociale. Con l’evento di Milano abbiamo messo tasselli importanti nel confronto su temi cruciali come la riduzione degli sprechi alimentari, l’aumento della produttività attraverso l’innovazione tecnologica anche per i piccoli produttori, la tutela del reddito degli agricoltori, il sostegno al lavoro femminile e il contrasto al lavoro irregolare. Nel 2050 la popolazione mondiale conterà 9 miliardi di persone, alle quali dovremo garantire cibo sano, sicuro e sufficiente. A Milano come a New York dobbiamo lavorare con costanza e concretezza per un obiettivo globale: fare di questa la generazione Fame zero. Su questa strada l’Italia è pronta a giocare un ruolo guida anche oltre Expo”.

L’evento è stato organizzato da Italia, Ghana, Guyana, Thailandia e Brasile, in collaborazione con Fao, Ifad e Wfp. Tra i relatori: Amina J. Mohammed (consigliere speciale del segretario generale delle Nazioni Unite sulla Pianificazione per lo sviluppo post-2105), Graziano da Silva (Dg Fao), Ertharin Cousin (De Wfp/Pam), Kanayo Nwanze (presidente Ifad).

Siamo pronti a farlo con strumenti operativi, come quelli messi in campo in questi mesi di Expo. Penso al rafforzamento delle politiche di cooperazione internazionale, all’approvazione della legge sull’agricoltura sociale, agli interventi contro il caporalato e alle nuove norme per la salvaguardia della biodiversità, insieme ai due decreti urgenti per l’agroalimentare. L’eredità dell’Esposizione universale è già tangibile, ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare”.
 

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